lunedì 11 febbraio 2008
Il gioco dell'oca
Il fatto di avere il marito sommelier presenta indubbiamente i suoi vantaggi, anche per una pressoché astemia come la Gallina. Arrivano in casa mezze bottiglie dei vini più rari o pregiati, residui delle degustazioni serali che il Galletto vuol finire di assaggiare in santa pace dopo che il nobile liquido abbia ben respirato, che io verso a sua insaputa nel ragù e ti credo che poi viene così buono. Arrivano in casa calici di varie forme e dimensioni, tutti spaiati ma che importa visto il ritmo con il quale li frantumo, e poi pare che sia fashion apparecchiare la tavola con calici rigorosamente diversi gli uni dagli altri. Arrivano in casa anche inviti a degustazioni e serate enogastronomiche e se le prime mi lasciano piuttosto indifferente, alle seconde partecipo invece con sommo piacere, come quella di ieri sera, dedicata al foie gras e relativi abbinamenti enologici. Qualche giorno prima, leggendo sul giornale che in Francia c’è chi sta mettendo in discussione il foie gras e i metodi non propriamente animalisti con i quali viene prodotto, avevo provato in realtà un po’ di compassione per le povere oche e anatre costrette a mangiare con la forza, ma ieri sera, quando mi sono trovata al cospetto di bloc e torchon accompagnati da gocce di aceto balsamico, confetture e papaia caramellata con chicchi di melagrana, ho messo a tacere ogni remora e mi sono fatta travolgere dai piaceri della tavola, papille gustative a briglia sciolta, olfatto in piena libertà e gioia infinita della mente. Anche i bianchi alsaziani che accompagnavano queste prelibatezze erano di prim’ordine e il tutto si traduceva in delle accoppiate assolutamente vincenti, come un cavaliere bello e gentile che accompagna la sua dama al ballo prendendola amorevolmente sotto il braccio e danzando con lei tutta la sera. Ringraziando infinitamente gli interpreti, mi sono accomodata in platea e mi sono assolutamente gustata lo spettacolo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
12 commenti:
Eh già povere ochette...ma che bonda quella robina la!!!
Che bella idea, grazie davvero.
Staserà apparecchierò anche io la tavola con i calici tutti spaiati!!!
io vado letteralmente pazza per il fois gras in particolare.
ma non ne tocco più nemmeno un grammo da quando ho visto come fanno a produrlo. VISTO, non letto. è diverso, molto.
ti confesso che mi viene ancora la bava al pensiero di quel delicato alimento, e non condanno chi continua a degustarlo anzi un pò lo invidio pure.
ma io proprio non ce la faccio, haimè.
bbono bbonissimo!
E non faccio fatica ad immaginarti, completamente immersa nella degustazione, con tutti i sensi aperti e ricettivi...
mmmmmmmm......
Colessi mai un'amica a sostenerti in queste fatiche..... tu fai un fischio e io sono già li!!!
nasinasi supersonici
Io ho paura delle oche. Quando vado a correre, visto che abito in campagna, capita che mi attraversino la strada. E mi fanno paura. Per cui quando mangio il foie gras non ci penso. Se c'è il Sauternes ci penso ancora meno.
E in una di quelle vostre serate poteri venire a spiegarvi come si fa a cacciare questi cattivi pensieri... (!)
massì....una volta ogni tanto.....;)
mmm, non amo il fois gras, ma dal tuo racconto mi è venuta l'acquolina.
E' molto che non partecipo ad un pasto così prelibato, che coinvolge ogni senso...
grazie, quantomeno con la fantasia ho raggiunto l'estasi papillare ;)
Lenny
ma che bel blog!!!!!
complimenti! ;)
Adoro come scrivi e racconti quello che ti capita! E' bello leggerti. Sai trasmettere sensazioni e sentimenti!
Ciao.
Cip
Oscar Wilde lo ha detto meravigliosamente: "I can resist everything but temptation."
Quando poi si tratta delle tentazioni di cui ci hai deliziato con il tuo post...resistere è impossibile! ;)
Che bello questo tuo post, Iaia!
Mi sono divertita molto, specie riguardo al dettaglio di te che versi i pregiati vini nel ragù (lo farei anch'io, probabilmente ;) ).
Mi spiace per le oche, però, io non riesco neppure a schiacciare una zanzara fastidiosa...
Voglio anch'io il marito sommelier, invece siamo combinati al contrario - io che vorrei iscrivermi, mio marito quasi astemio.
Bacio grande
Cristina
Io sono stata 7 anni con un sommelier, che non lo faceva di mestiere, ma si era comunque diplomato tael. Era una bella scuola di gusto, indubbiamente. Dall'estetica al palato!
Posta un commento