venerdì 29 giugno 2007

Da domani, vacanze


Di quelle brevi stavolta, solo una settimana, ma abbastanza per ricaricare un po’ le batterie della famiglia, sottoscritta compresa. Una vacanza che, già lo so, volerà via velocissima, ma che ho tutta l’intenzione di trattenere dentro di me ben oltre la data del ritorno, ben oltre lo sbiadirsi dell’abbronzatura.

giovedì 28 giugno 2007

Odor di libreria


Tra gli odori che preferisco, quelli che mi evocano sensazioni e ricordi piacevoli, come un granello di zucchero sulla lingua, quello della libreria è sicuramente ai primi posti. Quel misto di odore di carta e di profumo di inchiostro, che alla prima annusata già lo sguardo vaga tra gli scaffali inebriandosi di tutti quei volumi, diversi e coloratissimi, grandi e piccoli, lucidi e intonsi. Subito dopo intervengono le mani, che sfiorano, prendono, aprono, sfogliano, mentre gli occhi rubano parole e frasi a più non posso, volando dall’uno all’altro veloci e insaziabili come api tra le rose di Maggio. A quel punto sopraggiunge regolarmente la perdita della cognizione del tempo e rischio sempre che i dieci minuti che avevo programmato per la scelta del nuovo romanzo diventino ore. Potrei viverci in una libreria, come quella famiglia che in uno spot pubblicitario di qualche tempo fa viveva all’interno di un supermercato. Forse in una vita precedente sono stata un topo di biblioteca, chissà. Quello che ho capito con certezza ieri è che l’amore per i libri si trasmette geneticamente, come il colore degli occhi o la forma del naso. Quando io e mia figlia abbiamo varcato la soglia della libreria, quella grande del centro, con libri su tre piani, l’ho vista sgranare gli occhi e correre felice al reparto per bambini: “Mamma, che buono questo profumo di libreria!” mi ha detto sorridente mentre tirava fuori impaziente dagli scaffali Istrici e Battelli a Vapore, Gianni Rodari e Geronimo Stilton. Chiaramente, non potevo che essere d’accordo, e dopo aver allegramente esplorato, saggiato e annusato a dovere, ha deciso che oltre al libro suggerito dall’insegnante come lettura estiva, era ovviamente il caso di acquistarne un altro. Non ho avuto niente da ridire. Anzi.

martedì 26 giugno 2007

Sono tornata bambina.


Anche se solo per due giorni e mezzo, è stato bello tornare bambina. Ancora di più lo è stato potendo condividere le emozioni e quel brillare di occhi e risate sguaiate e gridolini insieme a mia figlia, che mi strizzava la mano sull’ottovolante quasi a voler diventare un tutt’uno con la mia, e scoprendo mio marito, il serio e compassato professionista, che si lasciava andare alle risate e bagnato fradicio dopo gli schizzi d’acqua mi guardava sornione. Sì, anziché genitori e figlia, per due giorni e mezzo siamo stati un gruppetto di marmocchi assortiti, totalmente concentrati sulla tipologia delle attrazioni, i tempi di attesa, le giravolte e gli occhialini 3D. L’unico momento in cui è riaffiorata un po’ di preoccupazione mammesca è stato il “mettiti la crema altrimenti ti scotti” per poi essere nuovamente inghiottita da pizze e granite, scivoli mozzafiato e tornei medievali.
E’ stato bello poter vedere nei suoi occhi quell’emozione mista a stupore nel varcare i cancelli di Gardaland per immergersi in un mondo di pura magia. Quando successe a me, ma avevo quasi 30 anni, davanti all’ingresso di Disneyland ad Anaheim fui travolta da una strana emozione e dal ricordo di quella bambina, accanita lettrice di Topolino fin dagli albori, che un caldo giorno d’estate del 1972 vide sulle pagine dell’amato giornalino le foto di quel parco realizzato da poco in quel luogo così misterioso e lontano dal nome California e pensò che le probabilità di andarci equivalevano più o meno a quelle di andare sulla Luna. Mi sbagliavo, ma ciò non ha potuto impedire che i lucciconi si formassero e rotolassero giù sulle mie guance, davanti agli occhi increduli del mio allora novello sposo.
Adesso la storia si ripete, corsi e ricorsi storici se non erro. E poterne essere testimone è stata una grandissima gioia. Ma non finisce qui. Topolino è ancora là che mi aspetta, ma la prossima volta saremo in due. O meglio, in tre.

lunedì 25 giugno 2007

Ho un blog.


Caspiterina, fa un certo effetto. Io che ero rimasta al diario segreto con tanto di lucchettino e chiave, ho un blog. Ma del resto, 40 anni suonati o no, è bene che cominci ad aggiornarmi alle tradizioni del terzo millennio, non voglio mica far la fine di mia nonna che gridava al telefono per farsi sentire e il volume della voce cresceva in modo proporzionale alla distanza del chiamante. Oh no, non sarà questo il mio caso. Almeno spero. Insomma, nonostante alcune difficoltà a digitare un sms in un tempo ragionevole, ho un blog. Beh, è una soddisfazione. Innanzitutto.

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