sabato 29 settembre 2012

La Gallina in Grigio

Che amo l'autunno non è certo una novità, ma stavolta ne sento davvero un'incredibile mancanza. Questa estate che si sta protraendo a dismisura mi ha stufata di brutto, e anche se c'è chi dice che tra un po' rimpiangeremo le mezze maniche, io so bene che non farò parte del gruppo e mi avvolgerò felice in sciarpe e piumini. Ho proprio voglia di vento, di golfini da abbottonare bene, di cielo che si tinge di viola all'ora di merenda, di freddi mattini nebbiosi e di quelle nuvole basse e sfilacciate che ricoprono le colline dietro casa mia quando ha piovuto da poco. I colori sono praticamente già stati banditi dal mio armadio, o meglio, in realtà sono ancora lì ma praticamente non li considero più, e getto sguardi laguidi solo ai grigi e ai marroncini, passando per il cipria, il tortora e il piombo. C'è poco da fare, la palette dei miei colori segue inesorabilmente le stagioni, e anche se la temperatura esterna suggerirebbe ancora canottiere lime e infradito turchesi, io sono gia' oltre e penso solo a stivali cacao e maglioncini carbone, al massimo un'ametista melange. Forse sono malata, una delle mie ennesime fissazioni, che come dice il Galletto ormai non si contano più. Vabbè, che male c'è, c'era la Signora in Rosso, potrà pur esserci la Gallina in Grigio. Così, me ne infischio dei quasi trenta gradi ed ho dichiarato i sandali già out, accontentandomi delle ballerine in attesa di poter rinnovare gli stivali. Ottobre e' gia' sul pianerottolo e non vedo l'ora di spalancargli la porta, sperando porti con se quelle giornate fresche e croccanti che adoro, quando il vento fa volare via miliardi di foglie in fiamme e le guance dei bimbi si arrossano come piccole mele mature. Lo abbraccerò con affetto e lo farò accomodare con un sorriso, fai come se fossi a casa tua, mentre gli servirò un tè fumante, arancio e cannella, il mio preferito. Sono pronta, prontissima. Quasi troppo, che mi sono già beccata il primo solenne raffreddore della stagione con tanto di starnuti a raffica e voce da Mamie di Via col Vento. Ho paura di essermi portata un po' troppo avanti col lavoro.

venerdì 21 settembre 2012

Di cuore e di spritz

E' vero, ultimamente scrivo poco. Ma è anche vero che ultimamente mi sto facendo dei gran bei regali. Non che le due cose siano direttamente collegate, anzi, lo scrivere per me resta comunque un regalo bellissimo, ma negli ultimi tempi mi è presa cosi, meno voli pindarici e più concretezza. E questi regali son proprio belli, regali speciali. Non si tratta di shopping compulsivo in Via Tornabuoni e, ahimè, neppure spensierati acquisti on-line, che il mio computer è defunto da una settimana - una prece - e a parte qualche incursione notturna sul portatile del Galletto, sono totalmente out of the web, cosa che mi fa sentire tagliata fuori da tutto, come se mi avessero tolto un pezzo, un braccio, uno dei cinque sensi, anzi tutti e cinque insieme. No, in questo caso si tratta di regali che non si incartano e nemmeno si scrive il biglietto, sono regali che si prende e si va, si salta dall'altra parte dello schermo e si va a vedere chi c'è. Così, in questo mese che adoro e che è proprio il mio mese, e quindi quale occasione migliore per farsi dei regali, dopo lo splendido dono chiamato Ficata che mi sono fatta pochi giorni fa, ieri sera appena uscita dall'ufficio ho preso bus e tramvia e sono andata a riabbracciare la mia carissima amica delle fragole e del cuore, che non vedevo da tanto, troppo tempo, proprio da quel regalo speciale che mi ero fatta ormai tanti anni fa, la quale era in compagnia della mitica Emme, fiorentinaccia come me, con la quale ci eravamo già riviste proprio alla suddetta Ficata... perché sì, è così, sul web i sentieri si rincorrono, si incrociano nei modi più strani, anche tu qui? ma dai, non ci credo!, e si può star certe che in fondo ad ogni sentiero, anche il più arzigogolato, si troveranno solo sorrisi e caldissimi abbracci. Il mondo è piccolo, e quello delle bloggers lo è ancora di più. Così ieri sera io, Laura ed Emme ci siamo abbracciate e stritolate a dovere per poi infilarsi in un localino niente male, tutto bianco, chic e francesissimo che sembrava di essere sul primo arrondissement invece che a due passi dall'Arno, e ci siamo godute gli spritz, un sacco di deliziosi assaggini che alla fine avevamo già cenato, e soprattutto la nostra compagnia, condita da qualche lacrima e molte risate. Bello, bello. Da rifare. Presto, prestissimo. Guardarsi negli occhi e sapere di pensare esattamente la stessa cosa. Non c'è niente di più prezioso nella vita.

sabato 8 settembre 2012

In attesa di domani

Chiuso lo sportello del forno e messo a cuocere il dolce per domani, eccomi qui ad aspettare questo sabato settembrino che mi porterà ancora una volta al Poggio, in mezzo alle vigne, agli olivi, ed ai fichi naturalmente, visto che proprio quest’ultimi sono il simbolo assoluto della giornata che si svolgerà a casa della mia sorellina, per l’edizione duemiladodici della mitica Ficata. Stavolta lo dico prima che la Ficata sarà una gran ficata, perché da vecchia ficara qual sono, come chiamasi le avvezze a tale manifestazione di fine estate sulle colline fiorentine, so per esperienza che sarà una bellissima giornata, fatta di abbracci e di risate, di un lungo tavolo sull’aia imbandito di ogni ben di Dio, di chiacchiere fino a notte fonda e di bambini di ogni età a giocare e rincorrersi nei campi, oltre ovviamente alla raccolta dei famosi fichi della Dani, a cui nessuna saprà resistere, nemmeno se munita di tacco dodici, che come si vocifera qualche impavida indosserà sprezzante del caldo e delle zolle del Chianti. Pare che una leggenda del luogo racconti addirittura di una raccolta migliore proprio se effettuata dall’alto di un bel plateau scamosciato e peep toe. Per quanto mi riguarda, sfiderò la malasorte ed mi accontenterò di un magro raccolto in Birkenstock, onde scongiurare il terribile effetto cotechino in cui si trasformano i miei piedi dopo solo un paio d’ore di tacchi. In ogni caso, sconsiderate ficare in decolleté a parte, non vedo l’ora che le lancette girino ed arrivi il mezzogiorno di domani, ora in cui si apriranno le danze. Conosciute, sconosciute, figli e mariti al seguito o super single partite solissime e alla chetichella, maledette toscane, nordiste, sudiste o autoctone, quello che ci legherà e ci accomunerà tutte quante sarà la voglia di stare insieme, di conoscerci, di parlare così tanto da slogarci le mascelle, di ritrovarci emozionate a combattere le lacrime e veder brillare la stessa luce in tutti i nostri occhi. Nell’aria si sta diffondendo l’inconfondibile dolcissimo profumo del mio cheese cake, tra poco sarà il momento di toglierlo dal forno. Nel frattempo penso a domani, e sorrido. Ancora una volta grazie, sorellina.

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