giovedì 5 febbraio 2009
Una pasticcera e mezza
Metti un pomeriggio grigio dentro e grigio fuori, un misto di ansia, nebbiolina e umidità che cala, si posa e resta là senza alcuna voglia di andarsene. Metti una pulcina che torna da scuola stanca e nervosa, tesa come una corda di violino e che scoppia a piangere alla minima contrarietà, stizzosa come un gatto bagnato. Metti che appena passa il momento in cui la vorresti mandare a fare un giro al largo l'agguanti e la tiri verso di te, l'abbracci, la respiri e pensi che no, oggi non è affatto una buona giornata, per nessuna di noi due, e ti chiedi che fare. Poi rifletti su quanto in genere ti fa star meglio sfornellare e pensi che dopotutto la stessa terapia possa applicarsi anche alla pulcina: ti va di imparare a fare una torta? Gli occhi brillano, annuiscono, si parte. Forno acceso, farina, le uova che ancora non sai sgusciare bene, ma che importa, tanto le devi sbattere. Le fruste che pesano, mamma sbatti un po' tu, la scorza del limone, stai attenta a non grattarti via anche le dita. L'impasto non è granché, tutto bozzerelloso e mica tanto fluido, aggiungi un po' di latte e vedrai che si ammorbidisce, e in quel momento è come se i miei occhi volassero lontano e vedo entrambe, da un'altra prospettiva, grembiuli d'ordinanza e capelli raccolti, due pasticcere, anzi una e mezza, al lavoro al banco della cucina. Il pomeriggio volge al tramonto, il cielo grigio lascia intravedere degli sprazzi rosa, che entrano anche in casa nostra e si fondono con i nostri sorrisi. Che profumino, è già l'ora di tirarla fuori, attenta a non scottarti. Dal forno esce una torta un po' storta e bruciacchiata, ma ugualmente bellissima, amore. Luminosa come il tuo sorriso.
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7 commenti:
anche io ho cominciato così, con una torta insieme alla mami... :o)
che pulcina fortunata ad avere una mamy con idee così semplici e geniali per far passare il malumore :)
che bella immagine ... molto tenera ..
Anch'io ho ricordi simili... oltre che torte erano polpette, lì i danni si vedevano meno ;)
wenny
Eh, eh, la cucina serve! Non solo al palato ed alla fame, ma anche allo spirito. Vai piccola chef!
P.S. - Per non grattarti le dita con la buccia del limone, la prossima volta usa quell'arnese a buchetti che gratta la buccia (lo trovi facilmente nei negozi di casalinghi); poi con il coltello triti i filamenti. Fai più presto ed è anche divertente.
Io con Carlotta, non c'è niente da fare, ho un rapporto PESSIMO. E' sempre incavolata, dissacrante e...non pensavo di arrivare a tali livelli di saturazione. Sono disperata, assurdo ma vero.
Scusa lo sfogo.
Il rigalimoni, Sandra, come fai a vivere senza?
:-)
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