mercoledì 21 ottobre 2009

La ciofeca

Sicuramente la vita di ogni grande chef è costellata di ricette mal riuscite ed esperimenti finiti nel secchio, ciononostante quando questo accade ci si resta sempre male. Se poi si aggiunge il fatto che la sottoscritta è ben lontana dall'essere un grande chef, anzi neppure mezzo, al limite un ibrido tra una cuoca da mensa e una desperate housewife di periferia, la questione è senz'altro più avvilente. E' da ieri sera che ci rimugino, che cerco giustificazioni, cercando di capire i come e i quando che mi hanno portata a sfornare una torta che non si poteva nemmeno guardare, ma resta il fatto che ho prodotto una ciofeca e ci son rimasta male. Sbagliando s'impara, questa è sicuramente una grande verità, ma l'abbacchiamento resta. Avevo ritrovato una ricetta che avevo messo da parte tempo fa, proveniente da una rivista americana, e ieri ho deciso di provarla. Una torta di pere, perfetta per la stagione, con qualche ingrediente insolito che mi stuzzicava la fantasia. Così mi son messa subito a fare i compiti, facendo tutte le dannatissime conversioni di quelle antipatiche misure americane fatte di cups e tablespoons, facili solo all'apparenza, visto che un cup di farina non corrisponde ad un cup di burro e neppure ad uno di latte. Insomma, una goduria di conteggi, svolti per fortuna da un paio di programmini ad hoc che convertono qualsiasi cosa. Acquisto gli ingredienti che mancano all'appello e parto in tromba, forno acceso e musica in sottofondo. Sarà stata la mia ignoranza da cuoca di periferia, qualche errore di stampa nella ricetta originale o forse avevo Saturno contro, e magari anche Marte e Plutone, ma evidentemente c'era qualcosa che non andava. Da quel forno è uscito fuori un alien appiccicoso, mezzo disfatto e pure bruciacchiato. Immangiabile. E la tortiera talmente incrostata di caramello che lì per lì ho pensato di doverla buttare. Mamma non prendertela, mi ha detto la picci, sai che però ha un buon profumino? Beh, già qualcosa, perlomeno non ho dovuto aprire tutte le finestre, col freddo che faceva. Vabbè, un passo falso ogni tanto ci vuole, ci si avvilisce ma poi si riparte con più energia. E guarda caso proprio stamani ho letto la ricetta di quella tortina che...

3 commenti:

miciapallina ha detto...

Galinella bellissima!
Coraggio!
Quando vuoi la ricettina di qualche tortarella di mele o di pere, da quella semplicissima a quella più complicata, fai un fischio!
Alla Gatteria sabato prossimo si fa proprio la torta di pere speziata con squaglio di cioccolato.
Vuoi una fettina???

maroooooooooooooooooo quanto ti voglio bene!

nasinasi

Maurice ha detto...

Facciamo come il dottor House, partiamo dai sintomi: "un alien appiccicoso, mezzo disfatto e pure bruciacchiato".
1. Il forno era troppo alto: bruciato fuori e squaqquaroso dentro (hai tradotto bene anche i F° in C°?)
2. Mancava il lievito, se doveva esserci
3. Le uova non sono state montate nella maniera giusta
4. La ricetta era sbagliata (gli americani...)
5. Scusa, ma avevi le tue cose?
Comunque, nulla è perduto: io mi sono appena dimenticato gli ossobuchi in forno, dal mezzogiorno alla sera. Lascio a te immaginare il risultato.

Gallinavecchia ha detto...

@ miciapallina - e se ti chiedessi la ricetta al posto della fetta? ;)

@ Maurice - grazie infinite dottore! ordunque, la temperatura era 400°F che si traduce in 200°C circa, ma evidentemente troppo alta comunque, il tempo di cottura indicava 45 minuti ma già a 35 si era annerito, di lievito ne ho messo un cucchiaino da caffè colmo, le uova le ho frullate con le fruste... senti, che ne dici se ti mando la ricetta originale e provi a trovare dov'è la falla? visto che sei in ferie e non sai che fare... ;)

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