martedì 30 settembre 2008

Io, tu e Raffaello

Le cose che nascono all’improvviso, un po’ per caso, seguendo l’ispirazione del momento spesso si rivelano più autentiche, più ricche di significato e di sapore di quelle che invece si sono programmate da mesi che quando si arriva al dunque sappiamo già tutto e sembra di vivere un déjà vu. E’ quello che è successo a noi due sabato pomeriggio, che decidiamo di seguire il Galletto in uno dei suoi innumerevoli appuntamenti vinicoli, visto che si svolge nelle stradine del nostro bellissimo centro storico, che per motivi di praticità e logistica finiamo però per non percorrere quasi mai, godendo di un pomeriggio di sole e vento che di Settembre ha solo il nome. La piazza è gremita, turisti, appassionati, gente che passa per caso, curiosi e coppie di innamorati, tutti accomunati da un bel calice in mano e un liquido rubino che fiammeggia al sole, seduti sul selciato lievemente in salita che fronteggia l’austera facciata di Palazzo Pitti. Osserviamo il Galletto che degusta, le dozzine di bottiglie, le innumerevoli etichette diverse, i sommeliers in alta uniforme e i giapponesi che scattano fotografie a raffica. Mi guardo intorno e vedo la lunga fila di turisti in coda per entrare al palazzo, rifletto sul fatto che la maggior parte di loro viene sicuramente dall’altro capo del mondo solo per poter fare quella coda e così, improvvisamente, mi chiedo perché non raggiungerli. Facendo un rapido calcolo è una ventina d’anni che non entro nelle sale e quale occasione migliore per rivivere le emozioni che quelle tele meravigliose sanno trasmettere condividendone la gioia con te che le vedi per la prima volta. Che ne dici di un museo? Accogli la proposta con gioia e lasciando il Galletto al suo destino di Ribolla e Syrah ci mettiamo in coda insieme a tedeschi e australiani e ci infiliamo nella Galleria Palatina. Penombra, voci sommesse e faretti a illuminare sapientemente volti di nobildonne, trittici e annunciazioni. I passi attutiti dalla moquette ci guidano da Filippo Lippi a Botticelli, a Rubens, a Tiziano, a Van Dyck, mentre il tuo sguardo corre, si ferma e osserva rapito e la tua vocina legge le spiegazioni dipinto per dipinto, contando i secoli e chiedendo infiniti perché. Sono nata in una città che viene chiamata la culla dell’arte, dove si incontrano capolavori in ogni chiesa e ad ogni angolo, ed è difficile che possa venir colta dalla sindrome di Stendhal eppure mi accorgo che questa volta è diverso, che ammiro le pennellate con una consapevolezza nuova e capisco che questa grande emozione nasce dal fatto di vedere tutto attraverso i tuoi occhi. Improvvisamente il mio sguardo cade su quel dipinto, che amo in particolar modo, da quando in quelle stesse sale i miei occhi di ragazzina incontrarono la dolcezza infinita di quella Madonna con Bambino e decisi che mi trovavo di fronte al più bel quadro del mondo. E’ ancora così, oggi come allora la magia della Madonna della Seggiola di Raffaello mi travolge e, mentre ti racconto del mio amore speciale per quel dipinto e di quando è nato, i miei occhi si appannano un po’ e non capisco se le scintille che si accendono nei tuoi sono per la storia che ti racconto, per la bellezza del quadro o per entrambe le cose. Chissà, in fondo non è importante. Quello che importa è che abbiamo vissuto dei momenti magici insieme a dei pezzi di storia che da più di cinquecento anni continuano a far innamorare chi li guarda e che quando abbiamo ritrovato il Galletto atto a disquisire di annate e verticali gli hai raccontato la nostra avventura con più entusiasmo che se fossimo state a Disneyland. Mentre mi concedo due dita di un dolce Pomino bianco da vendemmia tardiva lo sguardo si sposta dalla tua testa bionda che racconta alla facciata di palazzo Pitti che si tinge lentamente d’oro e ripensando alla magia di Raffaello chiusa dietro a quelle mura, sorrido.

5 commenti:

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

dai! anche noi sabato siamo stati a Firenze, che solo oggi scopro essere la tua città!
arte e vino anche per noi...
una mostra sugli Impressionisti e le loro tecniche pittoriche e un incontro casuale con il Chianti Rufina in piazza Duomo!

Anonimo ha detto...

Io mi chiedo come la Sindrome di Stendhal, o Sindrome di Firenze, si riscontri frequentemente in Toscana, terra di vini... ;-)))
E il tuo Syrah e la tua Ribolla dici che non abbiano "aiutato"??? ;-)))
Ruben

Vera ha detto...

:-)

Odeline ha detto...

mia cara...non solo mi sono portata via un po' d'uva..ma ho già stampato la tua ricetta pronta per essere provata questo fine settimana!
Poi ti faccio sapere come viene :)

Anonimo ha detto...

Ho visto tanti musei in vita mia, tanti quadri ed ogni volta mi faccio prendere dal nazionalismo e mi dico: "l'arte italiana è meravigliosa!!" non a caso ci sono capolavori italiani in tutti i più prestigiosi musei del mondo. Che rabbia però entrare nel Louvre, per esempio, e soprire che sto pagando i Francesi per vedere le opere d'arte dei miei connazionali!! :-)
Complimenti per il post!! ;-)

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