giovedì 3 luglio 2008

Termolabile

Come il veleno della tracina, che perde subito d'intensità non appena il piede che ha malauguratamente calpestato il simpatico pesciolino viene immerso nell'acqua calda o più semplicemente appoggiato sulla sabbia rovente di mezzodì. Così mi sento in questi giorni appiccicosi e soffocanti, che di bello hanno molto poco per chi come me continua a correre per la città ansimando e gocciolando come un ghiacciolo all'amarena. Energia zero, affanno dieci e lode, voglia di fare cinque meno. Non c'è che dire, proprio una bella pagella. Ogni giorno mi alzo e penso alle mille cose da fare con la convinzione di riuscire a farne milleuna e poi mi ritrovo al pomeriggio sgonfia come quei vecchi palloni che riemergono a volte dalle soffitte o dalle cantine, quando i piedini che li prendevano allegramente a calci nel frattempo son diventati un bel quarantatre. Eppure era così bella l'aria calda d’estate che mi avvolgeva sabato scorso al mare, mentre guardavo le evoluzioni acquatiche della picci sgranocchiando una schiacciatina secca bella unta e salata al punto giusto. E quanto ho amato quei raggi di sole che cadevano obliqui perforando il tetto infinito di pini marittimi trasformando il tappeto di aghi sparsi a terra nel mantello di un dalmata. Pensavo di tornare a casa piena di voglia di fare e di idee ma doveva esserci un buco nel serbatoio che me l'ha fatta perdere tutta a goccioline lungo la Siena-Grosseto perché la lancetta segna ahimè una riserva rossa e indignata. E non vi è traccia alcuna di stazioni di rifornimento.

5 commenti:

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

ha proprio ragione, il mare è rigenenrante, e per quanto possa fare caldo c'è sempre un pochino di brezzolina che allevia il clado spossante e, diciamocelo, puzzolente e polveroso delle città...
forza e coraggio... ma le vacanze quando?
p.s.
sai cara gallina che scrivi proprio bene?

Lenny ha detto...

io son appena tornato da una settimana di vacanza in Sardegna.

A parte l'abbronzatura che, appena messo piede in città, ha deciso di battersela e tornare da dove era venuta ( non la biasimo, porella ), ho ritrovato un pò delle energie che avevo perso.

Sarà forse l'idea che ho ancora altre due settimane, in agosto, da sfruttare? ;)

Lenny

enza ha detto...

ti avevo persa e non so nemmeno come è potuto succedere, non accadrà più corro a metteri nella blogroll :)

Anonimo ha detto...

Cara Gallina, parte della mia disperazione l'hai già letta sul mio blogghino: come sopravvivere fino a settembre quando le ferie sono già andate?!? Al lavoro ci sono 35 gradi stabili e costanti, il ventilatore serve solo a spostare aria calda da sinistra a destra e ritorno... mi alzo già stanca, le ore di sonno (?!?) non servono a rigenerare un bel piffero di niente.
che qualcuno mi porti in Norvegiaaaa!!
Raffa

Francesca Palmas ha detto...

l'unica cosa bella dell'esser isolata in un'isola è che ho la fortuna di uscire da lavoro alle due e alle tre esser al mare...ma, ti sembrerà strano, non è mai una vera vacanza è solo un momento di relax tra l'asfalto cittadino....

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