
Sono tornata con il tricolore negli occhi, ma c'e il blu al posto del verde. La Francia mi ha ancora una volta lasciata senza parole. Affascinata, rapita, ammaliata. Mi sono nuovamente innamorata delle verdi distese infinite, della cura per ogni dettaglio, delle aiuole straboccanti di fiori ad ogni angolo, di quella cortesia lievemente sfumata di riservatezza, del
savoir vivre semplice e perfetto e così dannatamente lontano dal nostro. Tengo stretti nel pugno i ricordi di questa vacanza nata all’ultimo momento ma che ciononostante si è morbidamente dipanata dal gomitolo senza annodarsi mai. Giorni che abbiamo assaporato con calma e con lo sguardo curioso dei bambini, raccogliendo sensazioni ed emozioni diverse e bellissime. Lo scrigno nero della mia Canon è ancora pieno di tutti quegli attimi che ho fermato per sempre ma mi basta chiudere gli occhi per vederli scorrere come un film e riviverli, uno per uno. I vigneti infiniti di Alsazia e Borgogna, i filari dritti e perfetti a pettinare le colline scoscese fin quasi al cucuzzolo, tanti piccoli eserciti di soldatini pronti a combattere a suon di grappoli neri. I calici riempiti nella fresca penombra delle cantine secolari ascoltando i
vignerons descrivere i loro nettari come farebbe una madre per le prodezze di un figlio. Le viuzze dei paesini rimaste pressoché intatte dal medioevo, le insegne dondolanti in ferro battuto, i tavolini di un bistrot sotto un loggiato fiorito, i grandi nidi delle cicogne appollaiati in cima ai tetti appuntiti. A zonzo per città, autostrade, centri commerciali e parcheggi sotterranei, perennemente inseguiti dallo stesso filo conduttore di pulizia e funzionalità, facendo purtroppo i conti con gli imbarazzanti paragoni che ne sono scaturiti pensando a quel che potrebbe essere anche la nostra terra se soltanto ci fossero educazione e rispetto, dovunque e comunque. Il galletto ha riempito l’auto di bottiglie che nemmeno un'enoteca, ma la gallina non e' stata da meno con una bella scorta di
foie gras e
terrines che arriverà fino a Natale, senape aromatizzata in mille modi acquistata tra i banchi affollati del mercato coperto di Digione e nella splendida boutique
Maille che sembrava una gioielleria, una meravigliosa
ortensia rifiorente americana che ho tenuto tra le gambe per tutto il viaggio di ritorno e naturalmente un po’ di quelle famose
marmellate che a forza di leggerne a
destra e a
manca erano diventate assolutamente un must: Fragola menta e pepe nero, Arancia sanguigna alla vaniglia, Ciliegie nere e lamponi d’Alsazia, Agrumi al pinot nero e cannella. Uno spettacolo, si sorride solo a guardare i vasetti, praticamente una cura antidepressiva che assicurerà una buona dose di allegria durante le buie colazioni autunnali. Ed infine una gallina. Buffa, rossa, mi ha fatto l’occhiolino. Non potevo certo esimermi dal portarla nel pollaio.