giovedì 24 gennaio 2013

Liceo

Anche se il sito del ministero della pubblica istruzione funziona ancora a singhiozzo e nel bel mezzo dell'iscrizione on-line mi sono vista buttar fuori un paio di volte, col terrore di aver perso tutti i dati inseriti fino a quel momento, alla fine ce l'ho fatta ed ho registrato la domanda di iscrizione per la pulcina, che a questo punto farei meglio a chiamare gallinella. Liceo. Oddio, che impressione mi fa questa parola. Non mi capacito di come possa essere volato il tempo da quella fredda mattina di gennaio quando, ancora ben lontani dal processo telematico, passai più di un'ora in fila fuori dai cancelli della scuola per l'iscrizione alla prima elementare. Sicuramente il tempo di attesa fu nettamente inferiore rispetto ai quasi due giorni passati in coda adesso per riuscire ad entrare nel sito; l'unica differenza il fatto che l'attesa attuale è stata ingannata comodamente seduta davanti ad un pc, anziché infagottata in sciarpa e cappello per ripararmi dalla tramontana, ma fu un modo per iniziare a fare amicizia con qualche altro genitore mattiniero come me. Il modulo on-line nemmeno prevede la cara vecchia richiesta di poter andare in classe insieme all'amico di turno, ma perdinci, mica siamo diventati robot. Vuoi mettere quando con un sorriso si chiedeva alla segretaria se era possibile scrivere i nomi di due amichette anziché uno solo? Vabbè, il vecchio cartaceo vince due a zero. Liceo. Al suono di questa nuova parolina che comincia per elle mi vengono i brividi. Perché liceo significa diventare grandi davvero. Vuol dire passare oltre, correre, spiccare il volo, ma quello lungo, transoceanico, praticamente un Roma-Sidney senza scali tecnici. Come sempre mi accorgo di non essere mica tanto preparata, anzi proprio per niente. Nel vocabolario quotidiano entreranno parole nuove, come fidanzato e concerto, Facebook e discoteca, piercing e occupazione. E chissà cos'altro. Ed io mi troverò sempre più spesso a cercare di vedere attraverso un vetro appannato, lasciata dietro ad una porta chiusa per schermare una telefonata piena di risatine, semiaddormentata sul divano a guardare vecchissimi film in programmazione notturna in attesa di sentir girare una chiave. Sono pallosa, lo so, e sto bene attenta a non farlo vedere, a camuffare la mia indole protettiva mascherandomi da mamma sprint, praticamente una chioccia travestita da tigre, che tanto è Carnevale e ci sta pure bene, ma in certi momenti è come se un mandarino mi si fosse piantato in gola e non ne volesse sapere di scivolare giù. Il cielo è alto e grigio oggi. Infilo le mani in tasca. Nonostante il cappotto pesante, rabbrividisco.

martedì 22 gennaio 2013

Profumo di basilico (e di estate)


Il forno acceso in questi giorni ci sta d’incanto, è praticamente un must, fosse anche solo per il fatto che dopo aver cotto il cibo lo lascio aperto per un po’, affinché il suo calore si diffonda tra cucina e soggiorno, portando con se profumi di torte o di arrosti, che secondo me non c’è cosa che faccia più casa del rientrare e indovinare cosa c’è per cena quando le chiavi ancora girano nella toppa. Ed uno dei riti del forno, in casa di chiunque, sono le lasagne, amatissime da tutti, a partire dai bambini, anche quelli più ficosi, per arrivare ai nonni le cui dentiere ringraziano. Tutte buonissime. Quelle col sugo di carne di mia suocera, che come dice lei non è ragù ma sugo di carne, e in tutti questi anni mica l’ho capita ancora la differenza; quelle vegetariane della mia amica professoressa, che si potrebbe stare a far scarpetta fino al giorno dopo; e le mie, sì, le mie, che modestia a parte sono proprio buone, e che la pulcina mi chiede di farle tutte le volte che ha davvero voglia di qualcosa di goloso. Ecco quindi uscire dal forno le mie lasagne al pesto. Per la ricchezza degli ingredienti sono certamente perfette per questi giorni rigidi e piovosi di gennaio, anche se io ogni tanto spiazzo tutti e le sforno anche a luglio, ma stasera l’inaspettato profumo del basilico mi ha fatto chiudere gli occhi e pensare all’estate. Ho gioito di queste giornate che già si vanno allungando, ed anche se fuori era gelido e buio pesto, ho sorriso. Non manca poi molto alla fine dell’inverno.

Lasagne al pesto con ricotta e pinoli

Ingredienti:
lasagne fresche sottili
250 gr. di ricotta
½ litro di besciamella
200 gr. di pesto fresco
pinoli
parmigiano grattugiato
burro
sale
qualche foglia di basilico fresco per decorare

Preparazione:

Accendere il forno a 200°. Imburrare una pirofila. Cuocere le lasagne in acqua bollente salata per circa 3 minuti (cuocendone massimo 4-5 alla volta per evitare che si attacchino) e appena tolte dall’acqua bollente metterle in una ciotola piena di acqua fredda. Toglierne un paio dall’acqua e stenderle su un canovaccio pulito per togliere l’eccesso di acqua. Sistemarle sul fondo della pirofila, coprendo bene tutta la superficie, sovrapponendo appena i bordi. In una ciotola mescolare la besciamella con la ricotta, aggiungere 140 gr. di pesto e un pizzico di sale. Spalmare questa crema sulle lasagne, aggiungere qualche goccia di pesto qua e là, mettere qualche pinolo e cospargere di parmigiano grattugiato. Fare un altro strato di lasagne e ricoprire ancora con la crema, le gocce di pesto, i pinoli e il parmigiano. Continuare così fino all’altezza desiderata. L’ultimo strato dovrà avere un po’ più di parmigiano, un po’ più di pinoli e qualche fiocchetto di burro. Cuocere in forno a 200° per 15 minuti + altri 10 minuti di solo grill per dorare la superficie. Servire decorando ciascun piatto con qualche foglia di basilico fresco.

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