
Corro. La sveglia suona e già corro. La rassegna stampa della mia giornata scorre veloce dietro ai miei occhi con titoli da prima pagina e intanto volo giù dalle scale. Corro mentre gli espressi escono borbottando dal beccuccio mentre infilo le brioches nel microonde, verso il latte nel tazzone della picci e spalanco le persiane. Corro mentre scambio due parole col Galletto tanto per accordare i suoni mentre mi tuffo nelle camere, aprendo le finestre anche se fa freddo, tirando lenzuola, cuscini e anche qualche maremma quando m’imbatto in calzini e fazzoletti appallottolati e abbandonati sul parquet nemmeno ci fosse da marcare il territorio. Corro da un bagno all’altro, fino ad un attimo fa liberi e ora ovviamente occupati, aspetta il tuo turno Gallina, non pretenderai mica di trovare un bagno libero alle sette e mezza del mattino? Corro dal mio armadio a quello della picci, mettiti il grembiule pulito che quello di ieri potrebbe camminare da solo come Belfagor, i collants neri non si trovano nemmeno a pagare oro e ricordo miseramente che l’ultimo paio l’ho smagliato due giorni fa. Corro. Pulcina e Galletto sono in partenza, e lo si capisce dagli urli di quest’ultimo,
sbrigati è tardi sembra essere la password per iniziare ogni nostra giornata, escono imbacuccati, i caschi già infilati, trolley, valigetta e ammennicoli assortiti. La porta sbatte e corro, una doccia che nemmeno un pit-stop della Ferrari ed inizia il count-down, non posso permettermi di macchiarmi gli occhi col mascara, è tutto studiato, tutto calibrato, scelgo lo yogurt del giorno da buttare in borsa e via per le scale. Corro sul marciapiede, ormai i vicini possono regolare gli orologi vedendomi passare, se perdo quello delle otto e ventidue è un casino e mi si legge in faccia. Giro l’angolo e ha già messo in moto, corro in mezzo di strada e comincio sventolare mani e borsa, una pazza. Salgo su che sembro un mantice, do la colpa all’asma ma forse non è più solo quella. Corro. In ufficio, dalla stampante al fax, tra le telefonate e le infinite carte che adornano la mia scrivania, mentre mangio lo yogurt e sorseggio il caffè, studiando una trattativa che non sta andando a buon fine e un’offerta ancora tutta da preparare. Corro fuori che anche oggi ho fatto tardi, via dal dentista e poi a casa perché anche se sono quasi le sedici il mio stomaco reclama a gran voce una qualsivoglia farcitura, che trangugio in fretta e in piedi scottandomi la lingua e cercando di far partire una lavatrice. Cammino svelta verso la scuola, saluto le altre mamme mentre la fiumana vociante esce e avvisto il piumino fucsia della pulcina nel marasma, che mi racconta di prove di canto per l’imminente spettacolo musicale e di ricerche di scienze su pesci ossei e cartilaginei, addentando la schiacciata all’olio e trascinando il trolley sul marciapiede dissestato. Corro a rispondere al telefono, lavati le mani e finisci i compiti mentre vado a stendere il bucato, agguanto la sua borsa di danza e via nel vento, raccontami, e intanto mi maledico perché stamani mi sono dimenticata di scongelare la carne. Lascio la pulcina alla sua lezione in body e calzamaglia e corro verso il grande magazzino sul viale, ricordandomi dei collants neri che mancavano all’appello e già che ci siamo qualche calzino nuovo anche per la pulcina. Corro verso la scuola di danza, la lezione volge al termine e sono già quasi le venti, passo svelto verso casa mentre le energie cominciano decisamente a scarseggiare e la mente è già alla cena da preparare. L’acqua bolle e butto la pasta, mastico, chiacchiero, rido, brontolo e sparecchio, mentre carico le stoviglie in lavapiatti ed intimo alla pulcina di andare a lavarsi i denti. Corro. Sistemo, pulisco e riordino, per fortuna stavolta il bagno è libero, accendo il pc ed inizio a scrivere qualcosa, salgo le scale, pigiama e libro che non aprirò perché gli occhi si stanno già chiudendo. Carico la sveglia, bacio gli occhi chiusi della pulcina, preparo un messaggio per il ritorno del Galletto a notte fonda, che negli ultimi tempi parliamo più via mail e post-it che a voce e penso che anche oggi sono riuscita a tagliare il traguardo. Domattina partirà un’altra gara. Io ci sarò. Corro.