lunedì 14 giugno 2010
L'ultimo giro di giostra
La prima metà di giugno è sempre incasinatissima, un tourbillon di impegni e di avvenimenti, scolastici e non, recite, feste, prove, spettacoli, ultime verifiche, gavettoni, costumi da rifinire, che vivo in un crescendo di quella strana emozione che unisce la gioia alla malinconia. Giornate troppo piene, in cui il tempo sembra non bastare mai. Poi, improvvisamente, nell’arco di pochi giorni tutto finisce, e mi ritrovo un po’ spenta, con una strana sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco, come un palloncino sgonfio quando la festa è già finita. Nell’arco di un weekend ho salutato la scuola e i cinque bellissimi anni che la pulcina vi ha trascorso, e il fatto che continuerà a varcare lo stesso cancello fino alla fine di luglio non è affatto la stessa cosa, che senza i compagni di classe, le maestre e quel clima speciale, no, i centri estivi non sono neppure lontanamente paragonabili. Ho pranzato all’aperto con tutta la classe, le solite chiacchiere, le ultime notizie sulla scuola media, il gossip sulla preside che forse resta e forse va, dove andrete di bello in vacanza, dammi la ricetta del tuo cheese cake altrimenti ti tolgo il saluto, mentre i bambini ligi al copione si dividevano immediatamente, incuranti dei trentacinque gradi all’ombra, i maschi a correre nel prato dietro al pallone, le femmine a dondolarsi in altalena raccontandosi segreti e risate. Ho assistito muta e incredula allo spettacolo di danza della pulcina che, anche se è pur vero che ogni scarafone è bello a mamma sua, non ho potuto negare a me stessa l’evidenza che quella che stavo vedendo sul palco, sicura di se, brava e tremendamente espressiva, fosse proprio mia figlia, mentre nel mio cuore si scatenava una tempesta di meravigliose emozioni. I baci, gli abbracci, i fiori, le foto, i saluti. Poi, in un attimo, la giostra si ferma. La girandola che roteava impazzita improvvisamente si arresta, in attesa che il vento ricominci a soffiare a settembre. Mi sento strana, svuotata. Un po’ triste, un po’ no.
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4 commenti:
Naaa, si chiama RELAX.
Su, prova a dirlo con me: RE LAX.
E' facile.
Però attenta, puoi perfino abituartici, ma te lo sconsiglio: non dura mai.
MAI !
(godi sorella mia stato soave, stagion lieta è codesta...)
Sister
In ogni caso: noi qui si tifa per te. Punto. E anche per la tua pulcina. Ciao. Maria Grazia
Non avrei saputo descrivere meglio le emozioni che accompagnano questi momenti
Cara la mia carissima coccodè...
io stavo per fare il botto, però!
Noi mamme multitasking: marito, lavoro, casa, cucina, saggio di pattinaggio, recita di scuola, recita dell'amichetto, esami di terza media, foto di classe da stampare, cosutmi dei 7-nani da cucire...
Ora si respira un pochino di più.
Finalmente ho fatto un rattoppo ai pantaloni del mio figliolo di mezzo e cucito i bottoni mancanti... e ora mi leggo il tuo blog.
Ti abbraccio più serena.
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