lunedì 28 gennaio 2008

La promessa

Domenica mattina, esterno giorno. Non sono ancora le otto e il freddo intirizzisce un po’ le mie mani mentre ti accompagno sul marciapiede e il cielo bianco e spesso ci sovrasta immenso. Un giovanotto assonnato porta a spasso il cane, una signora anziana cammina spedita a testa bassa verso la chiesa, il mio fiato si condensa in nuvolette e pensieri. Tu, allegra e vispa, cappellino e zaino d’ordinanza, mi ballonzoli accanto impaziente nell’attesa che quell’auto piena di lupacchiotte come te venga a prelevarti per accompagnarti al branco, per dare inizio a una giornata di boschi, di giochi e di impegno. La promessa, già, oggi è il gran giorno. Ripeti la formula un po’ a me e un po’ a te stessa, emozionata e felice di diventare davvero un lupetto a tutti gli effetti. Non ti accorgi che probabilmente si tratta del primo vero impegno della tua vita, il primo di una lunga serie, chissà, io te lo auguro pulcina mia. Impegno significa crescere, diventare grandi, assumersi le proprie responsabilità, affrontare la vita a testa alta senza nascondersi più dietro alla gonna della mamma. Quella mamma che ti bacia e ti dice stai attenta e ti vede salire in macchina, ridi e non ti volti neppure a guardarmi, a far cosa visto che ci siamo già salutate, è vero, ma un altro sorriso forse mi avrebbe fatta sentire meglio, l’avrei conservato stretto tra le mani come un gioiello, come un pezzetto di stella da rimirare con calma. Stasera tornerai adornata del tanto agognato fazzoletto al collo, come una medaglia al tuo immenso valore. Sarai un po’ più grande di adesso, avrai salito un altro gradino della vita. E io ne sarò felice. Ma perché adesso mentre risalgo in casa nel silenzio tra ascensore e caffè mi sento improvvisamente così vuota?

11 commenti:

Unknown ha detto...

Devi sentirti orgogliosa invece ! :-)

marge ha detto...

crescono e vanno alla conquista di loro stessi........noi li ammiriamo con orgoglio.

Anonimo ha detto...

Buona caccia! Aspetto con ansia il seguito.

cocozza ha detto...

La prima volta che il mio figliolo a 7 anni partiva per il campeggio di 6 giorni a 5 ore da casa su una montagna sperduta della Basilicata, pensavo che mi scoppiasse il cuore se per la felicità che lui si sentiva un ometto o per il vuoto che sentivo,mi chiamò dopo 3 giorni(mamma sono stra felice)bè non mi è scoppiato nemmeno allora, com'è difficile farli diventare grandi,senza avvinghiarseli vicino e non mollarli più.
Sono sempre di corsa ma una puntatina da te non manca mai è per questo che stai tra i miei blog preferiti
passa da me cocozza

aeo ha detto...

crescono... sfuggono... io ne ho tre... e sono d'acoordo con cocozza quando dice "com'è difficile farli diventare grandi, senza avvinghiarseli vicino e non mollarli più".
Ma poi mi tiro su pensando al fatto che, in fondo, anche noi abbiamo dato gli stessi pensieri ai nostri genitori!

Francesca Palmas ha detto...

Mi fai sempre emozionare...come figlia

Anonimo ha detto...

uh ma allora non passerà mai eh??? :°-)
billo

Anonimo ha detto...

piccoli o "grandi" che siano, sono sempre la bellezza del mondo. bacioni alla lupacchiotta e a te. Sii felice. ciao.

emilia ha detto...

complimenti per la pulcina e una coccola alla gallinona che si strugge a veder crescere questqa piccola opea d'arte! un bacio Lo

Anonimo ha detto...

Ti lascio un saluto, perchè nei miei giri quotidiani il tuo blog non manca mai.
Mi piace come parli della vita, della tua bambina, del tuo essere madre. Ci trovo molto di me, insomma, è un pollaio in cui mi trovo bene.
Raffa

miciapallina ha detto...

Ecco..... mi hai fatto venire la pelle d'oca, come sempre quando ti leggo!
Ti abbraccio forte forte, ronronando!

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