lunedì 6 giugno 2011
Acqua e pensieri
Che bello l’uragano di ieri pomeriggio. Oh sì, proprio uragano, ché chiamarlo temporale sarebbe assurdamente riduttivo ed anche nubifragio parrebbe una bazzecola al confronto di ciò che si è scatenato sulla città, del cielo plumbeo e spesso come una cortina di ferro che si è letteralmente spalancato, scaricando giù incredibili cascate di acqua che avrebbero potuto gareggiare con quelle del Niagara, rischiando pure di vincere, e che in pochi minuti hanno trasformato il mio giardino in una fetida piscina, mandando in frantumi vetri di finestre lasciate aperte e spezzando rami dagli alberi come fuscelli, mentre in cielo rimbombavano tuoni assordanti ed i lampi illuminavano il tutto come paparazzi impazziti. Incredibilmente bello. Io che stavo lì in piedi alla finestra, affascinata dalla forza della natura, ipnotizzata, mentre il galletto correva ai ripari mettendo asciugamani alla portafinestra che lasciava già entrare un filo d’acqua e poi andava a farsi una doccia in giardino per aprire i tombini che in ogni caso non riuscivano a ricevere più. Assurdamente bello. Lui che imprecava, gesticolava e mi dava della pazza, ed io che con tutta la flemma del mondo spostavo alcuni mobili in previsione dell’alluvione, che stava davvero per arrivare, continuando a guardare lo show con occhi innamorati, con l’unico rimpianto di non potermi accoccolare in poltrona per rilassarmi ancora di più. Una vera incosciente, lo riconosco, ma il temporale esercita davvero una forza magnetica su di me, donandomi un incredibile senso di calma e di pace che mi fa dimenticare di tutto il resto. C’è già lui che si scatena nel cielo, che bisogno ho io di fare altrettanto? Posso solo restare a guardare l’acqua che scorre come forsennata, lavando via tutto. Ed è come se avesse lavato anche me, fatto scappare i miei pensieri, le mie idee, che fino a ieri eran tutti lì belli ordinati in fila indiana e adesso me li ritrovo sparsi, bagnati, volati via come il bucato steso male, uno incastrato nella rete del vicino, uno tra le ortensie fradice e stese a terra che non torneranno su nemmeno col paranco, uno salito su come un palloncino e rimasto impigliato nei rami più alti dell’albicocco. Li raccoglierò con calma, uno ad uno, e li metterò ad asciugare appesi al filo come le fotografie che una vita fa sviluppavo nella camera oscura e toglievo gocciolanti dalla bacinella dove per magia un’immagine aveva preso vita su di un foglio bianco. Ed anche i miei pensieri lentamente torneranno a colorarsi. In attesa del prossimo temporale che pare sia in arrivo proprio per domani. Che bello.
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1 commento:
Che bello il tuo post. A me il temporale piace molto di notte, quando sono a letto. I lampi rischiarano la camera, il vento soffia, i tuoni, l'acqua che cade...Ed io al riparo sotto le coperte!
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