
Con sorpresa e un pizzico di orgoglio mi sono accorta che c’erano ancora, non erano scappati via abbandonandomi alla mercè della maturità, della saggezza e anche del rimbecillimento, tutto quello che arriva, insomma, più o meno dagli “anta” in poi. No, sorpresa delle sorprese, i miei quindici anni erano ancora lì dentro di me, ben nascosti, polverosi e un po’ addormentati dal mio essermene troppo spesso dimenticata, ma ancora ben presenti all’appello. Bastava solo farli scattare sull’attenti con la parola giusta, cosa non facile da trovare così sui due piedi nella vita routinaria di una quarantenne che si barcamena tra i batticuori del bucato e le forti emozioni di un raffreddore. Poi, su segnalazione della
Coniglia, mi sono imbattuta in un
libro inconsueto, leggero ma intrigante, divertente, romantico e con quel tocco thriller che non guastava affatto. Quello che mi ci vuole in questo momento, ho pensato. Il fatto che si trovasse in mezzo alle letture per teenagers mi ha fatta quasi desistere, mi sembrava ridicolo, poi però chissenefrega, del resto anche Harry Potter mica lo leggono soltanto i ragazzini. Così mi son buttata a capofitto tra le pagine, curiosa e divertita. L’ho divorato in un battibaleno e, caspita che effetto, ringiovanente è dir poco. Molto meglio di un’endovena di ginseng o di un impianto al silicone. Ho ritrovato la quindicenne che è in me, trepidante, appassionata, gli occhi a cuoricino, a immedesimarsi nella protagonista e a spasimare per il suo bellissimo e paurosissimo boyfriend. Un vero e proprio lifting al mio umore e al mio cervello. E non è certo poca cosa.