lunedì 24 maggio 2010
Lacrime e pistacchio
Capita che proprio quando la lucina in fondo al tunnel inizia ad allargarsi e a prendere la forma di un’uscita cada inaspettatamente una frana a farci sprofondare nuovamente nel buio, o quantomeno nella penombra. Dopo mesi di frequentazioni di ambulatori, studi medici e cocktail di certificazioni come tramite per i miei genitori, decido che è il caso di tornare a pensare un po’ anche a me stessa e prendo appuntamento con il dermatologo: devo porre rimedio alla dermatite da stress e con l’occasione mi faccio riguardare quel neo che doveva essere tenuto sotto controllo. All’uscita dallo studio medico avevo già l’intervento prenotato. Biopsia. Esame istologico. In questi casi è sempre meglio non scialare con i tempi. Ho iniziato a camminare meccanicamente per le vie del centro, incurante delle centinaia di turisti che affollavano piazza del Duomo, non vedevo nessuno, solo i miliardi di pensieri che mi frullavano in testa. Okay, non sarà niente di che, un taglietto sulla pancia, qualche punto e goodbye neo, ma a me quelle parole lì evocano sempre sensazioni spiacevoli. Per non dire brutte. Ci sono passata troppe volte, con mia madre, mio padre, me stessa quattro anni fa per un nodulo al seno. Impossibile non avere nuovamente paura. E poi, per la miseria, non bastava tutto quello che mi è capitato negli ultimi sei mesi? Ci voleva anche la ciliegina sulla torta? Improvvisamente mi sono sentita incapace di andare avanti, di sostenere tutto, il bicchiere era pieno ed anche la più piccola delle goccioline è riuscita a farlo tracimare. Non so come sono tornata a casa. In bus cercavo di immergermi nella lettura del mio Vanity mentre sentivo le lacrime pungermi forte la gola, dovendo leggere lo stesso rigo anche dieci volte e in ogni caso non capendoci assolutamente nulla, la testa era totalmente altrove. Sono scesa alla solita fermata e mi sono incamminata verso casa a testa china. Poi non so come lo sguardo mi è caduto sulla gelateria, a quell’ora piena di mamme, bambini e ragazzi a fare merenda, e come se stessi obbedendo ad un istinto, o forse ad un raptus, sono entrata e mi sono comprata un gelato al pistacchio di Bronte, il mio preferito, dandomi subito dopo della pazza. L’ho portato in casa e appena si è chiusa la porta ho cominciato a piangere mentre lui stava cominciando a sciogliersi, sgocciolando impietosamente sul bancone della cucina. Rabbia, tanta rabbia. L’ho aggredito col cucchiaino, mangiando e piangendo al tempo stesso, mescolando lacrime e gelato, tanto i pistacchi li adoro anche salati. Ho continuato così per un po'. Poi ho battuto un pugno sul tavolo, ho raschiato il fondo della coppetta con foga e mi sono asciugata gli occhi. D’accordo, affronterò anche questa. Testa alta e avanti. E mi sono accorta che il gelato non era stata una pazzia. Non si può combattere senza le giuste calorie.
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19 commenti:
Ho letto questa pagina della tua vita con un magone!! Ho rivissuto la mia.......Tre interventi e sempre su il chi va la!
Il gelato al pistacchio ti ci voleva, hai fatto bene. Hai bisogno di carica, possiamo contare solo su noi stesse, noi dobbiamo affrontare il tutto. Andrà tutto bene, meglio aver paura che buscarne dice un detto toscano.....prima te lo togli meglio è.....sarà solo un ricordo.
Un forte abbraccio
Angela
Conosco la paura che ti fa provare quella sensazione di vuoto alla testa che non ti fa pensare ad altro che a quello...hai fatto bene a non dormirci sopra ...tra un pò sarà tutto passato!!!
Auguri!!
Hai fatto bene a sfogarti, perchè il peso dell'anima va alleggerito in qualche modo. da inguaribile, sempiterna ottimista quale sono ti dico di non fasciarti la testa prima di romperla, e pensare positivo.
Terrò le dita incrociate per te, e ti mando un abbraccio.
Raffa
La paura è la peggior nemica in questi casi, ma purtroppo arriva a tradimento e s'impossessa di ogni singola tua cellula. Magari il gesto del gelato è stato un modo per metterla un pò in disparte, volendoti bene con qualcosa che nutrisse anche il tuo cuore.
Scusa se mi sono intromessa con questo commento, ma ti leggo spesso. In bocca al lupo.
Marika
Ti leggo e ti rileggo spesso anche se non ho mai lasciato commenti. Sei sicuramente una persona meravigliosa e sono certa che riuscirai a superare anche questa prova.
Certo, la vita con te è stata abbastanza dura, ma ti ha donato un marito e una figlia fantastici, che tu adori e che ti sostengono costantemente.
Ora che ho finalmente scoperto il tuo segreto non mi ferma più nessuno: in pausa pranzo vado a prendere un gelato al pistacchio anch'io!
Un abbraccio.
Silvia.
Incrocio le dita!
Anna
Mai ne succedano nella vita quante se ne sopportano.
Coraggio!
a volte sono le cose più piccine che ci danno tanto conforto...come un gelato la pistacchio o...un piccolo commento affettuoso che, spero, abbia un qualche effetto...un bacione!
Andrà tutto bene, ne sono sicura!
Marcella
E' la prima volta che passo di qui e quindi il tuo primo post che leggo, ma mi sento di dirti che questo tuo modo di affrontare la grana sia il migliore possibile e che mi sei assolutamente simpatica. Parola d'ordine TENERE DURO!!! Passero' di sicuro a rileggerti. Ciao!
Maria Grazia
Ti leggo e come ti leggo... sempre di nascosto ma SEMPRE!
Sono sicura, non è niente e NIENTE dovrà essere.
Un abbraccio grande grande, ti penso.
Roberta (Rupi68)
E' possibile che abbia letto un post dove parlavi del libro di Erri de Luca "Il peso della farfalla"?
ei, Gallinella.... sono io, miciapallina...
ti voglio bene.
nient'altro.
nasinasistropicciati
@ tutti - Grazie, di cuore.
@ Roberta (Rupi68) - ma che piacere! sono felicissima di ritrovarti qui e di sapere che ci sei :)
un abbraccissimo
@ Simona - mi dispiace, non l'ho letto... però se lo leggi poi fammi sapere com'è perché mi hai incuriosita, sono andata a sbirciare in rete ed ho trovato una stupenda recensione: "Erri de Luca racconta questa storia in maniera molto lieve, lieve come la neve che fa cadere in montagna e come il battito d’ali di quella farfalla bianca. Con abilità e rispetto entra in queste due solitudini, raccontandoci prima di un duello lungo anni e poi di una pietà finale, di un abbraccio forte e eterno che vede queste due solitudini legate nella morte, come lo erano anche nella vita. Leggera e presente emozione."
Sembra che meriti davvero leggerlo :)
Ti abbraccio
Erri De Luca
Ti ho immaginata vicina a questo genere di lettura e quindi quale occasione migliore per segnalarti una bellissima iniziativa che si terrà sabato 17 luglio. Erri de Luca leggerà all'alba (ore 6), il suo ultimo libro "Il peso della farfalla" al rifugio Pertini sulle Dolomiti di Fassa. Questa giornata fa parte della rassegna "I suoni delle Dolomiti", ti consiglio vivamente di visitare il sito www.isuonidelledolomiti.it perchè sono sicura che ti piacerà tantissimo. Potrebbe essere l'occasione per respirare aria nuova...
A presto
il nostro fisico ha trame strane per farci capire che dobbiamo pensare un pochino a noi. tu l'hai fatto nell'attimo giusto, non troppo tardi, nell'attimo in cui liberarsi di un peso . e ricominciare con leggerezza.
@ Simona - che splendida iniziativa, grazie della segnalazione, non la conoscevo e mi piacerebbe davvero tantissimo! La montagna la amo a prescindere, le Dolomiti in particolare, e poter unire la magia di un'alba dolomitica ad un evento così sarebbe semplicemente meraviglioso. Purtroppo non ho ancora la più pallidea idea di cosa faremo in estate (se faremo qualcosa)... ma lo terrò bene in mente. Grazie :)
Dai cioppetta, i periodi del cavolo purtroppo sembrano non finire mai, ma tu hai questo carattere bellissimo che si intravede da tutto quello che scrivi e che fai e magari ce la fai a coccolarti un po', a dire qualche no e ad accorgerti che ti si vuole bene lo stesso.
Coraggio, niente paura, andrà per forza tutto bene.
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