martedì 18 maggio 2010

Un grappolo di ricordi

In questa casa i grappoli li conosciamo bene. La passione del galletto sommelier per il vino e tutto ciò che lo circonda ha ormai contagiato anche me, che a forza di ascoltare, leggere, roteare e degustare, ho iniziato a masticare di vitigni e bouquet con un minimo di cognizione di causa. Persino la pulcina non fa che chiedere spiegazioni e disquisire con suo padre di barriques e vendemmie tardive. Magari ci ritroveremo in casa un’enologa, chissà. I grappoli quindi, tra queste mura son cosa nota, da dove arrivano e che cosa diventano. Quello che ho creato e appeso alla parete è invece una varietà un po’ più particolare, un grappolo fatto di tanti pezzettini che arrivano dal passato, recente, prossimo o remotissimo, destinati ad illuminare di ricordi la parete bianca di fianco alla scala ma soprattutto gli occhi e il cuore degli abitanti di questa casa tutte le volte che il loro sguardo vi si poserà sopra. Ci sono la gallina ed il galletto quando erano due tenerissimi pulcini, sorridenti e giocosi, per non dimenticare mai che il nostro essere stati bambini è ancora una importantissima parte di noi. Ci sono i miei genitori nel giorno delle nozze, in una foto che sembra uscita da un film di Audrey Hepburn, che non a caso era l’attrice preferita di mia madre, affinché la loro immagine di sposi spensierati e felici riesca a sovrapporsi a quelle due tristissime sedie a rotelle che non ho ancora imparato a digerire e che probabilmente non farò mai. C’è il Flatiron Building direttamente dalla grande mela, dove ho lasciato un pezzetto di cuore e dove spero prima o poi di poter tornare, perché in mezzo a tutti quei grattacieli moderni e futuristici, questa strana costruzione dei primi del novecento è quella che mi ha affascinata di più. Ci sono dei meravigliosi piedi di neonato, in mancanza di quelli di mia figlia che incredibilmente non ho fotografato quando erano piccini come un portachiavi, ma dei quali desidero ricordare per sempre quella morbidezza da gelatina alla frutta e quei ditini minuscoli e tondi da stare a rimirare estasiati per ore. C’è il sorriso della pulcina di adesso e quello di qualche anno fa, ci sono delle bottiglie preziose immerse nel ghiaccio ed imperlate di goccioline come fossero diamanti, c’è la mia città, una fede di Tiffany, la sposa gallina, una conchiglia e un paio di cornici ancora vuote a far pubblicità all’Ikea, pronte a ricevere i ricordi che verranno. E’ un grappolo speciale, che ho voluto esattamente così, nonostante le coloritissime imprecazioni del galletto quando ha dovuto attaccare i chiodi con precisione millimetrica, e che ho riempito piano piano, un po’ alla volta, perché i ricordi più belli affiorano sempre lentamente.

3 commenti:

♥ ஐ •Angie♥ ஐ • ha detto...

Bellissima interpretazione!! Bellissime le foto, hai creato un bel angolo! complimenti. Adoro le foto anch'io!!
A presto
Angela

miciapallina ha detto...

Lo sai... quando per qualche motivo, come ultimamente, non trovo il tempo di passare da te, poi torna prepotente la voglia della tua poesia.
Qeella tua poesia che rende vivibili anche i momenti più terribili!
Sei una gran donna.... e lo penso davvero!
Un abbraccio e un nasinasi tenerissimo

Moky in AZ ha detto...

bella l'idea delle foto con cornici nere sulla parete bianca... decorare la casa con il proprio passato (e il presente) e' il modo migliore per riscaldarla!!

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