mercoledì 17 febbraio 2010

Dentro e fuori

Sarebbe meglio non doversi mai recare in una terapia intensiva, per nessun motivo. Si respira un'aria tesa, strana, come sospesa, in attesa di qualcosa. Di un miglioramento, di una guarigione, di un miracolo. Si cerca di fare meno rumore possibile e quando si incontrano gli altri parenti nel corridoio o in sala d'aspetto ci si guarda di sottecchi, come se a guardarsi apertamente si potesse venir travolti anche dal dolore o dalla preoccupazione degli altri, come se il nostro non bastasse già. Si ascoltano storie tristi senza neppure volerlo, un commento dei parenti del malato accanto, una frase della signora seduta davanti che sta parlando al telefonino. Di tutte queste storie che si incrociano tra monitor e segnali acustici, quella di mio padre adesso è senz’altro tra le più lievi, e quasi me ne vergogno. Lui ride, scherza con le infermiere mentre lo imbocco e ascolta la partita per radio con le cuffiette del walkman, proprio mentre al di là della tenda c'è qualcuno senza molte speranze e in corridoio una madre un po' in là con gli anni ha un malore per la disperazione di un figlio che forse non ce la farà a vivere quanto lei. Cammino in punta di piedi, in silenzio, trattenendo il respiro. Esco nella notte, l'aria è fredda, pungente. Guardo le stelle, ma quanto è bella la notte. Adoro tutto ciò che mi circonda, gli alberi, i passanti sul marciapiede, l'autobus affollato, ho occhi diversi stasera. La prospettiva della cena ancora da preparare, la stanchezza, le rispostacce di mia figlia, stasera tutto mi sembra splendido. Forse dovrebbe essere sempre così.

8 commenti:

Raffa ha detto...

quando ci si affaccia sull'orlo di un immenso dolore, proprio o altrui, si riesce meglio a dare la giusta prospettiva alle cose, e ci si rende conto di quanto si possa essere immensamente ricchi nel poter tornare a casa, dai nostri cari, dalle nostre piccole preoccupazioni...
Sono felice di leggere che tuo padre sta meglio e ti abbraccio forte
Raffa

Maurice ha detto...

Passato il momento di paura tutto è più bello. Domani vado a vedere la salma di uno stretto parente, morto stanotte, ed aspetto che esca dal coma farmacologico un'altra stretta parente, operata al cuore. Stanotte, quando mi è arrivata la telefonata, per riprendere a dormire pensavo che, secondo una logica "naturale", il prossimo sono io. Goditi il papà risorto, la famiglia, ed ogni attimo. Questa è la vita.

RicetteAmoreFantasia ha detto...

Auguri di una pronta guarigione per il tuo papà!

Beta ha detto...

... mi vien voglia di stringerti la mano... passata la paura per mamma stò guardando anch'io le cose "un po' diversamente" come te!

Laura.ddd ha detto...

Grazie di condividere con noi questi momenti e questi pensieri.

Anonimo ha detto...

Mi piace il tuo modo di scrivere, mi piace come racconti le cose tue/vostre e della "Picci". Ti ho sempre letta in silenzio...ora commento perchè voglio darti un'abbraccio forte perchè non è facile essere lì, in certi momenti più grandi di noi. In terapia intensiva ho passato uno dei week-end più strani della mia vita, con mio fratello 40enne appeso ad un filo per il suo cuore da troppo tempo malato e che nessuno aveva voluto ascoltare. Dentro noi fratelli, più uniti che mai come solo le cose "grandi" sanno fare; fuori la mia figlioccia che spegneva la sua prima candelina, un padre ed una zia-madre che non dovevano sapere nulla e noi che ci dividevamo fra due realtà. Ed io che guardavo gli infermieri e mi sembrava di aver a che fare con degli angeli...infatti mio fratello lo hanno salvato, prima in unità coronarica e poi in terapia intensiva!!! Tanti auguri per i tuoi e buon tutto
Lucy

Gallinavecchia ha detto...

@ tutti - grazie di cuore. A Lucy che è uscita dall'ombra un grazie speciale :)

PaolaFrancy ha detto...

Come ti ho già scritto, ti capisco bene. Anche io sono andata a trovare mio padre in terapia intensiva ma, purtroppo, i miei sono solo ricordi tristi.
Sono davvero felice che tuo padre stia tutto sommato bene e che le prospettive siano ottime.
Ma, soprattutto, sono contenta che tu sia riuscita a prendere questa esperienza con lo spirito giusto, sapendo coglierne il lato positivo e vedendo le cose di tutti i giorni come piccoli grandi miracoli che, se vogliamo, rendono la nostra vita speciale senza andare lontano.
un abbraccio di cuore,
paola

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