martedì 21 ottobre 2008
La borsaiola
La borsaiola entra in azione a tarda sera, quando gli altri sono a letto o impegnati a guardare la tivù e in quei cinque minuti di tranquillità che riesce a ricavarsi apre l’armadio e le guarda, una per una, scrutando e valutando, sospesa tra colori e previsioni del tempo, finché lo sguardo si ferma sulla prescelta, che tira fuori con amore, pronta a donarle una parte di se per una settimana o qualche mese di stretta collaborazione, più di un'amica, praticamente una confidente. Lei ricambia lo sguardo con ardore, pronta ad accogliere e custodire con cura tutti gli ammennicoli che le verranno affidati dai quali, ben lo si sa, la borsaiola non si separerebbe mai neppure sotto minaccia di morte. Ecco così che sceglie con cura l'angolino ove riporre la bustina nécessaire, quella che contiene lo specchio, il pettine, ago e filo, gli analgesici e i cerotti, che fanno sempre comodo quando si ha a che fare con picci che spesso lasciano strati di pelle su marciapiedi e altalene. Su un fianco sistema l'agenda, quella dove scrive di tutto, dai numeri di telefono alle misure del divano, alle ricette, alle liste per la spesa, quella che deve essere sempre a portata di mano, di penna e di idee, affiancandola al portafoglio, che ultimamente più che di banconote è rigonfio essenzialmente di carte plastificate di ogni genere, dalla carta fragola al bancomat, da quella della libreria a quella della profumeria, dal codice fiscale a quella del noleggio vhs che deve essere pure scaduta. Nelle taschine laterali trovano il loro posto gli svariati mazzi di chiavi, labello, cellulare, penne e mentine, mentre i fazzoletti di carta, gli occhiali da sole, l'ombrellino e la shopper si sparpagliano con allegria, pronti a scambiarsi i posti come se giocassero ai quattro cantoni. L'ordine regna sovrano e la borsaiola lo ammira per qualche attimo ben sapendo che nell'arco di pochi giorni, se non addirittura di ore, ci sarà chi giocherà a nascondino e chi si mimetizzerà tra avanzi di merende e volantini pubblicitari, mentre la mano razzolerà frenetica alla ricerca dell'ennesimo ago nel pagliaio. Ma ora non ci pensa, il momento è tutto suo e si gode il rito voluttuoso e inebriante del cambio di borsa, che la fa sentire nuova di zecca anche indossando pantaloni di cinque anni fa e che sì, perbacco, le fa ritrovare in un istante persino il buonumore che solo qualche giorno fa pensava di aver perso ma che invece, guarda un po', era andato a finire dentro questa borsa nuova, marrone come un cioccolatino, che la stava aspettando.
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8 commenti:
Adoro il modo in cui hai descritto questo momento.
Anche io amo borse e cappelli. Ma le borse...
Bentornato buonumore, ti stavamo cercando sai?
All'appello mancano due cose essenziali: le chiavi e gli OB (non si sa mai). Che posto occupano?
mamma, come rendi speciale questi momenti...
Ma tu ci credi che mesi fa, pensando al trsloco, il capo mi aveva invitata a ridurre borse e scarpe? Per lo spavento me ne sono comprata altre 6/7 nel paio di mesi successivo.
Questi uomini, ma cosa capiscono?
@ Maurice - qui ti colgo in castagna perché le chiavi ci sono e parecchie ;-) Per quanto riguarda gli OB, non ci sono perché li uso solo raramente, però è vero: mancano comunque all'appello i loro cugini, che invece ci sono eccome. Si vede proprio che tra moglie e figlia sei circondato da femminucce, eh? ;-)))
Scusa Maurice... benché "raramente", mi diresti che uso fai degli OB???
Io nella borsa ci ho perso anche la capsula del dente che mi era scappata mangiando una Morositas...
Mi sono fatta una "gallinavecchia-marathon", per recuperare il tempo perduto... :)
Sono cosi' d'accordo, a volte basta un piccolo cambiamento, come quello di cambiare borsa, o giacca, per sentirsi meglio...
E' un po' come il sabato del villaggio no? Dura lo spazio d'un giorno! ;-)
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