giovedì 29 maggio 2008
La bestia bianca
Chissà se arriverà mai la possibilità di scrivere al pc direttamente con la sola forza del pensiero. Se così fosse stanotte avrei potuto scrivere un libro, mentre mi rigiravo incessantemente tra le lenzuola, vispa come un grillo. Per una che notoriamente cade svenuta tra le braccia di Morfeo non appena poggia la testa sul cuscino, e a volte anche prima, quando raramente mi capita di non riuscire ad addormentarmi mi ritrovo agitata e ansiosa a cambiare posizione ogni cinque secondi, a scalciare via le lenzuola, ad ascoltare il battito del mio cuore che chissà come mai in tutti gli altri momenti della giornata risulta assolutamente silenzioso ma che nel buio della notte rimbomba nelle mie orecchie come un tamburo da guerra. A nulla vale cercare di tenere ostinatamente gli occhi chiusi, ché la mia mente è ben accesa e proietta incessantemente pensieri e immagini come stessi guardando la tv. Penso alla scuola che sta per finire e al periodo difficile che ne conseguirà, come tutte le estati trascorse in città tra zanzare, centri estivi e temperature record. Penso a casa mia che tra non molto ormai riabbraccerò, ai pavimenti che hanno appena posato e che non vedo l’ora di vedere, chissà se tutto quel color sabbia non farà troppo effetto Sahara o bagno minimal chic. Penso che dovrei andare a trovare mia madre più spesso ma sono ancora in waiting list per il dono dell’ubiquità e poi a volte, diciamocela tutta che nel buio della notte non si sfugge alla sincerità, non ne ho proprio voglia, che ogni volta è una pugnalata. Penso al mio lavoro, che negli ultimi mesi è molto cambiato e si sta facendo sempre più stressante. Mi sorprendo a pensare in inglese, visto che le ultime due ore prima di spegnere la luce dell’abat jour le ho trascorse in compagnia di un libro in edizione originale che mi sta acchiappando parecchio e che evidentemente ha innescato qualche funzione linguistica strana nel mio cervello. Penso che domani pioverà e spero che perlomeno serva a mandar via quest’afa pazzesca che impera sulla città già da un paio di giorni, togliendomi il respiro e ogni forma di energia. Poi, finalmente, non so quando di preciso, la bestia bianca che mi ha accompagnata fino a quel momento se ne va e cado in un sonno profondo. Che fosse una pecorella?
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1 commento:
Esiste, non con il pensiero, ovvio,ma esiste un programma dove tu detti a voce alta e lui scrive....
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