mercoledì 7 maggio 2008

L'elisir

Dopo una full immersion di due giorni nel regno della fantasia, che ci ha trasformati in un’allegra banda giocosa dove era difficile capire chi tra i grandi e i piccoli si stesse divertendo di più, è stata dura tornare alla realtà e ai ruoli che ci contraddistinguono. Le corse, l’ansia, lo stress. La mole di lavoro che nemmeno quella Antonelliana. Sarebbe bello poter prolungare anche nella vita di tutti i giorni quella spensieratezza che ci faceva correre da un’attrazione all’altra tra un bicchiere di pop-corn e uno spiedino di frutta, le gaie risate che accompagnavano la nostra battaglia a suon di fucilate d’acqua che ci hanno ridotti fradici e gocciolanti come naufraghi, gli occhi sgranati da bimbi ipnotizzati a guardare Peter Pan tuffarsi da un altissimo trampolino e uno stuolo di stunt-men alle prese con testacoda, fuoco e fiamme, le grida di gioia frammiste a paura al ritrovarsi lo stomaco in bocca durante le spericolate giravolte su un ottovolante che sembrava la rampa di lancio di Cape Canaveral, quella semplice voglia di nulla e di tutto, che ci aveva fatto lasciare problemi e preoccupazioni ben chiusi nel bagagliaio dell’auto nell’immenso parcheggio e sgombrato la mente come il cielo azzurro che ci sovrastava. Incredibile come sia possibile varcare un cancello a forma di maniero o castello e scordarsi automaticamente di tutto, prima fra tutte l’età, come se fare il biglietto equivalesse a bere un magico elisir ringiovanente di una trentina d’anni o più. Splendido. Altro che beauty farm, due giorni di questo tipo valgono più di qualsiasi centro Mességué, perché quello che riescono a tirar fuori è proprio il bambino che è ancora dentro, quello vero, che si meraviglia e si diverte a bocca aperta, e sogna e ride e vive. Altro che spianare un paio di rughe. E non è vero che ci si fa l’abitudine, che son tutti uguali. Anche se non era certo la prima volta, è la magia che è sempre nuova e sorprendente, che mi lascia così, un po’ malinconica e un po’ delusa quando se ne va, ma felice di sapere che basta poco, molto poco, per aprire il cassetto e far uscire la pulcina che è dentro di me. Un ingresso a castello, una sorsata di elisir, e il gioco è fatto.

5 commenti:

Francesca Palmas ha detto...

io sentro la coniglietta che è in me che spunta tante volte fuori...Forse anche troppe, ma non la vorrei trattenere mai! Ma in posto come quello in cui siete stati...è meraviglioso l'abbandono che si prova e il semplice desiderio di tutto e nulla, proprio come dici tu...
Ma forse la vita vera ci vuole, se no anche quella da sogno non avrebbe senso...

Anonimo ha detto...

Dimostri come te, ma anche tutti noi, abbiamo un bisogno spasmodico di spensieratezza, di sana allegria, di quella vera, spontanea, genuina come quella dei bambini appunto, per evadere da questo mondo di m.
Sono felice per te.

nino77 ha detto...

Quest'idea del pollaio mi piace molto....e mi piace il tuo profilo :-O)

A presto cara

marge ha detto...

questo dimostra che siamo tutti dei gran bambinoni....anche io ho provato la stessa sensazione e ancora più grande è stata a Disneyland perchè si entra ancora di piu nell'atmosfera dei cartoni....

Moky in AZ ha detto...

Sono contenta di leggere che una saggia mamma come la gallina si diverte nei parchi divertimento... come me! Ci sono stati degli amici italiani che mi hanno guardato con gli occhi strabuzzati e mi hanno dato uno sguardo di compatimento quando raccontavo quanto mi diverto a Disneyland e a Disneyworld!! Facile dimenticarsi della vita e le ansieta' e preoccupazioni di tutti i giorni, davvero un elisir magico!!

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