mercoledì 11 maggio 2011

Il giorno perfetto

Anche se il giorno perfetto in realtà non credo esista, questo avrebbe tutte le carte in regola per diventarlo. La luce che entra prepotente dalle finestre spalancate, insieme al cinguettio degli uccellini e ai suoni ovattati della città che si sentono in lontananza. L’aria fresca, appena pungente ma già pronta a scaldarsi appena i raggi arriveranno più dritti. La prospettiva di una mattina intera davanti a me, senza le scartoffie della scrivania ma solo un foglio bianco da riempire a piacimento, in ordine sparso e con qualche ghirigoro astratto, come quelli che si fanno mentre si parla al telefono, fiorellini, cuoricini, stelline e quei buffi lampi di luce che disegno da sempre e che mi porto dietro in eredità dalle migliaia di Topolino letti da bambina. Le cose da fare sono una tonnellata, non è che ci si ritaglia un giorno libero così per non far nulla e star lì a pettinare le bambole, ma si decideranno le priorità a seconda del momento e dell’umore, e se tra la sistemata all’armadio delle scarpe, il bucato da stendere, la telefonata ai carabinieri, che sì oggi c’è pure quella da fare e per motivi molto poco romanzeschi, e la valutazione delle strutture alberghiere che mi stanno rispondendo dalle Alpi alle piramidi o giù di lì, avrò voglia di ipnotizzarmi un po’ davanti ai bocci dell’orchidea che si stanno allungando a vista d’occhio, lo farò. E poi chi l’ha detto che il giorno perfetto non esiste, forse è solo questione di come lo si guarda.

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