sabato 22 agosto 2009
Brivido fiorentino
L’avevo detto che avrei fatto la turista in casa mia, e così è stato. Io e la picci, armate di macchine digitali e tanta voglia di sapere, ci siamo prenotate, che adesso senza prenotazione manca poco non si fa più nemmeno la spesa al mercato, visto che anche la bancarella del fruttivendolo si è recentemente dotata di numeratore, figuriamoci quindi i musei, e ci siamo recate all’ora stabilita in quello che di norma è il nostro palazzo comunale, spesso visitato per questioni anagrafiche e anche per un paio di matrimoni, ma che in questa occasione abbiamo voluto vedere con occhi diversi, quelli puri e sgranati dei turisti, come se fosse la prima volta che entravamo a Palazzo Vecchio. L’occasione era la recente riapertura al pubblico, dopo un pesante intervento di restauro, del camminamento di ronda, su in cima al palazzo, proprio sotto i merli, per guardare i tetti di questa nostra città come le rondini e provare ad immaginare coloro che lì vi hanno abitato qualche centinaio di anni fa, dal Savonarola ai Medici. Un tuffo nel passato, rapite ad ascoltare quello che la guida abilmente ci narrava e, anche se tante cose le sapevamo già, abbiamo fatto finta di niente, come i bambini che si fanno raccontare più volte la fiaba ormai conosciuta a memoria, per gustare fino in fondo ogni più piccolo dettaglio, ogni sfumatura. Sarà stato perché l’atmosfera tra le spesse mura pareva intatta e che il tempo si fosse fermato al Rinascimento, o perché proprio in questo periodo sto leggendo un libro molto affascinante sulla Congiura dei Pazzi, ma sembrava davvero che da un momento all’altro Lorenzo il Magnifico potesse fare il suo ingresso in quei saloni riccamente affrescati, seguito dal suo codazzo di artisti e nobiluomini. In realtà il codazzo di turisti variegati che saliva i ripidi scalini che portavano dai quartieri monumentali fino al camminamento era composto da coppie e famiglie dagli accenti italiani più assortiti, ma tutti accomunati dalla stessa voglia di scoprire e di sapere. Quando siamo sbucati sul terrazzo che gira il perimetro del palazzo, il mio sguardo non ha potuto non cadere su tutto ciò che ci circondava, Piazza della Signoria giù in basso, brulicante di turisti, la Galleria degli Uffizi, il piazzale Michelangelo, Santa Croce, Santa Maria Novella e infine il mio bellissimo cupolone rosso svettante nel cielo blu di Agosto circondato da una prateria rosa di tetti, tegole e terrazzi. E’ stato in quel momento che ho sentito un brivido e poi le lacrime bucarmi gli occhi, e son rimasta lì, ammutolita, mentre ciò che vedevo passava lentamente dagli occhi al cuore. Mi son sentita fiera della mia città, di quanto sia bella e di quanto io la ami. E quando quella coppia di torinesi si è rivolta a me per una domanda, visto che la guida era andata avanti, mi son sentita orgogliosa come quando ad una madre si chiedono notizie sui progressi di un figlio, ed ho risposto felice con identico amor proprio.
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2 commenti:
Cara concittadina come ti capisco! E non sai quante volte mi trovo a fare la turista e in città e ogni volta che passo sotto il nostro cupolone ,in Piazza Signoria o per i vicoli del centro mi ritrovo commossa. Lì ad ammirare cotanta bellezza.
E in queste sere d'estate ci confondiamo con i centinaia di turisti e mi ritrovo anche io a scattare fotografie sorridendo al pensiero di chi mi vede ... se sapesse che sono fiorentina...
Proprio poche sere fa eravamo con i miei genitori scivolando lungo Borgo Albizi e ci siamo buttati nella folla di turisti e non a guardare il solito Chaplin che ci fa sempre ridere e poi giù in Piazza della repubblica che rimango sempre affascinata da quella frase... all'antico splendore restituita.
Non me ne vogliano gli altri ma la nostra Firenze è la città più bella del mondo.
Grazie per questo bellissimo post!
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