mercoledì 4 luglio 2012
Fuori dal mondo
A volte una vacanza deve anche essere così, fuori dal mondo per una settimana, l’auto dimenticata nel parcheggio oltre la sbarra, e giorni pieni solo di mare e di sole, dove le uniche preoccupazioni sono quelle di spalmarsi di fattore trenta, di ricordarsi di prenotare la canoa e di non perdersi lo spettacolo serale. Per il resto, ore passate a leggere a bordo piscina, a camminare in riva al mare raccogliendo ciottoli così bianchi, levigati e rotondi da crederli finti e messi lì appositamente dall’azienda turistica, a ridere ballando la sigla sotto le stelle come una ragazzina, ad asciugarsi le lacrime che escono furtive alla vista di mia figlia con l’erogatore in bocca scomparire per la prima volta tra i flutti lasciando una scia di bollicine. La vita di villaggio è così, a metà strada tra fiaba e finzione, e così deve assolutamente essere, per potersi davvero chiudere la porta alle spalle e staccare la spina di qualsiasi filo mi tenga ancorata alla realtà, ed immergersi in un luogo perfetto, circondata da prati verdissimi, mare turchese e olivi secolari dai tronchi immensi, le cui grinze ospitano nidi abitati da neonati uccellini col becco spalancato. Non pensare a nulla, non voler sapere nulla di quel che succede al di là di quella sbarra, disintossicarsi da tutto ciò che ci avvolge nella vita di ogni giorno e riuscire a dimenticarsene davvero, tanto da guardare con occhi torvi il cellulare che improvvisamente prende vita ed essere tentati di spengerlo senza rispondere. Certo, trascorrere un’intera estate così, come fantasticavamo con la pulcina mentre andavamo in giro in pareo e infradito, alla fine potrebbe forse essere noioso, magari dopo un po’ tornerebbe prepotente il desiderio di accendere la tivù per ascoltare un telegiornale o potremmo venir travolti da una crisi di astinenza da stress lavorativo o da un attacco di nostalgia per la coda alla cassa del supermercato, chissà. Per quanto mi riguarda, ne dubito fortemente. Sono sicura che la parola noia non apparirebbe mai nel mio dizionario, nemmeno a settembre inoltrato, quando fossimo rimasti soli, obbligati a passare il tempo giocando a carte col bagnino ed il capo villaggio.
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1 commento:
Ne parlavo giusto ieri con un amico-papà-compagno di vacanza-vicino di tenda ed un'analoga mamma-amica: loro si annoiano terrificantemente qui in vacanza.
Io mi ritengo oltre, o su una diversa dimensione.
Son qui da due settimane, non ho messo il naso fuori che per andare due volte alla coop e non ho assistito ad uno spettacolo serale, magari come oggi pm nemmeno vado sul mare ma sto in piazzola ed in un pomeriggio faccio fuori un libro.
Mi basta staccare, non aver NIENTE da fare, e ben venga la noia, se così vogliamo chiamarla.
Bentornata, sorellina!
D
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