
Pensavate di avere davanti delle povere persone inermi, senza più voglia né cuore per alzare la testa, per arrabbiarsi, come spesso sono quelli che hanno sofferto già tanto, troppo, quelli che i conti con la vita grigia e col dolore li hanno già dovuti fare così tante volte che non gli sono rimaste più nemmeno le lacrime, figurarsi la voce per gridare. Ma forse non avevate fatto bene i conti, ed i conti bisogna farli sempre insieme all’oste cari signori, perché altrimenti si rischia di sbagliarli, e magari ci si resta male. O meglio dire sorpresi, spiazzati và, che per far restar male quelli come voi ci vogliono altro che un po’ di poveracci che un bel giorno della loro vita hanno dovuto prendere
la decisione più dolorosa che esiste ed accompagnare un padre, una sorella o uno zio, invalidi e gravemente malati, in un posto che da quel giorno sarebbe diventato la loro casa per sempre. Ma nei vostri grandi piani di budget e riorganizzazione non avevate forse considerato un piccolo dettaglio insignificante. Che chi arriva a passare quei momenti, quei terribili dolorosissimi momenti, preceduti da mesi ed anni di preoccupazioni e di angosce, come nel mio caso che ne ho dovute addirittura accompagnare due di persone in un posto così, dentro di se accumula così tanto dolore, sofferenza e tristezza che al primo che si azzarda a dire qualcosa gli si salta direttamente alla gola. Come possiamo restare indifferenti ascoltando la voce della persona che dovrebbe tutelarci ed aiutarci, dire che avendo già fatto passare un trauma ai nostri cari quando li abbiamo accompagnati lì, quale problema ci sarebbe adesso a fargliene passare un altro? Parole assurde, inconcepibili, veramente da non riuscire a credere di averle sentite. Così, indignati e offesi, continuiamo a
lottare. Probabilmente senza speranza, piccoli folli Don Chisciotte contro un esercito di mulini a vento, ma ciononostante continuiamo la battaglia. Per le persone che abbiamo accompagnato lì, in quella che adesso considerano la loro casa davvero. Per coloro che non hanno voce, finché la nostra ancora avrà un suono. Per la loro dignità di esseri umani. Perché le mie due persone sono mio padre e mia madre.