domenica 24 aprile 2011

Pasqua sbilenca

Che Pasqua sbilenca, oblunga, sghimbescia
con tre rami storti e senza corteccia
che metto nel vaso come lunghi vessilli
e appendo colori, profumi e gingilli.
Ammiro le uova con lieve pensiero
poi penso poi sogno e sorrido al mio impero
di polvere e panni mi sento regina
e cado in ginocchio nella naftalina.
I giorni eran tanti e ora stanno finendo
una fiamma, un momento, un ricordo stupendo
la sera va via come un lento zampillo
il tempo è finito e si mette il sigillo.
Che Pasqua stranita, grigiastra, umorale
vorrei un bel tuono con il temporale
che spinga lontano le fisime e il nero
e lasci soltanto un futuro leggero.

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