
Non c’è dubbio, una festa a sorpresa per riuscire alla perfezione deve essere fatta proprio a sorpresa. Nel senso di sorpresa assoluta, di momento in cui uno meno se lo aspetta e soprattutto senza lasciar trapelare nulla, nemmeno uno sguardo strano o un po’ sornione o una telefonata fatta sottovoce, niente insomma che possa dare adito a leggeri dubbi o vaghissimi sospetti. E così è stato. Il mio giro di boa era ormai passato da una settimana, festeggiato in modo semplice in famiglia, una passeggiata all’ombra del
cupolone, una pizza e qualche telefonata di auguri. I regali già recapitati, da quello del galletto che aveva colto la palla al balzo in anticipo durante la nostra vacanza francese quando mi aveva visto fare gli occhi a cuoricino per un orologio esposto in una
vetrina, a quello della picci che aveva acquistato all’ultimo momento con l’aiuto della nonna dilapidando quasi tutti i suoi averi per comprarmi il mio mascara preferito. Insomma, il compleanno era già totalmente archiviato e dimenticato. Stop. Così quando siamo arrivati al Grand Hotel per partecipare ad un evento enologico dell’associazione di sommelier del galletto e il
ristorante era elegantemente apparecchiato ma senza nessuno in vista, ho pensato solo che fossimo in anticipo ed ho continuato a guardarmi placidamente intorno, osservando i movimenti degli chef nella cucina a piena vista. Il fragoroso scroscio di applausi e le grida di auguri che hanno improvvisamente rotto il silenzio mi hanno lasciata assolutamente stupefatta, letteralmente a bocca aperta, la mascella caduta a terra in un nanosecondo. E’ stato stranissimo: i miei occhi sgranati riconoscevano i volti ridenti degli amici appena usciti dal loro nascondiglio ma contemporaneamente il mio cervello si rifiutava di capire cosa stesse succedendo e riusciva solo ad inviarmi un messaggio di totale black out. Per un attimo ho seriamente pensato ad un’allucinazione. Poi ho capito, ed è arrivata la bomba a mano di choc, emozione, gioia ed incredulità che mi è esplosa in pieno petto, facendomi indietreggiare, boccheggiare, ridere e piangere allo stesso tempo e farfugliare indistintamente. Nell’arco di poco tempo sono stata abbracciata e baciata da venti paia di braccia, tutti che dicevano qualcosa ed io che non capivo ancora nulla ma ridevo come un’ebete pensando di sognare, il galletto mi ha depositato in mano uno splendido bouquet di rose, salvia e peperoncini e i miei amici un pacchettino piccolo che conteneva un
dono grande. Era per me, tutto quello era per me. Non riuscivo veramente a crederci, ed è stato così per molto tempo, per tutto il pranzo ed anche dopo, la sera, la notte. Per me, continuavo a pensare, per me, per me. Mio marito ha fatto questo per me. Incredibile. Ne sono rimasta davvero stupita, felicemente sconvolta. Perché anche se è vero che l’amore si dimostra ogni giorno, nelle piccole cose, nei gesti quotidiani, nei bronci e nei sorrisi, è veramente bello ritrovarsi improvvisamente davanti ad un gesto plateale, pensato, architettato e organizzato appositamente per me, soprattutto se arriva da parte di quella persona che normalmente odia organizzare qualsiasi cosa e che anche per i compleanni della pulcina evita sempre ogni tipo di coinvolgimento attivo che non sia il solo andare al forno a ritirare la schiacciata. Naturalmente questa cosa ha cancellato con un colpo di spugna qualsiasi pendenza penale, restituito tutti i punti sulla patente, praticamente un condono in piena regola. Chissà se come contropartita a breve mi verrà chiesto il permesso di andare a fare una crociera sub a Cuba o sul Mar Rosso? Ci penseremo. Io nel frattempo mi godo il momento.