
Stavolta credo sia proprio il caso di dirlo, anno nuovo vita nuova. Dopo circa dieci anni di giornate lavorative che terminavano nel primo pomeriggio, i giorni del full time quasi non li ricordavo neppure più, relegati ad una vita precedente, quasi dimenticata, anche se sapevo che prima o poi si sarebbero riaffacciati alla mia porta.
Cucù, siamo tornati, che ne dici di ricominciare a darci dentro? Come se in realtà in tutti questi anni di part time non avessi comunque continuato a darci dentro lo stesso a tempo pieno: uscire dall’ufficio, dritta in Vicolo Corto senza neppure passare dal via, e avanti sino a sera, notte, spesso inoltrata, indossando a rotazione i panni della lavandaia, cuoca, infermiera, animatrice di feste danzanti, traduttrice bimbesco-italiano italiano-bimbesco, domatrice di jene, centralinista, Mary Poppins, giardiniera, maga e soprattutto mamma. Anche se c’era chi pensava che stessi a pomeriggi interi sul divano a limarmi le unghie. Ma questa credo sia un’altra storia, scritta nel destino di ogni donna. Così, da questo duemilaundici, ricomincio a darci dentro professionalmente. Ancora non del tutto, che per fortuna gli ormeggi hanno retto bene e sono riuscita a mantenermi all’ancora quel tanto che basta; diciamo che tra quello orizzontale e quello verticale il mio part time è praticamente diventato un cruciverba, ma alcuni pomeriggi per vestire i panni della colf, della prof di francese o della fattucchiera mi sono rimasti. Naturalmente sarà ancora più difficile riuscire ad incastrarci tutto, ma la cosa buffa è che anziché deprimermi o mettermi ansia, questa novità mi stimola parecchio. Probabilmente è pura incoscienza, o forse senilità, e sicuramente tra non molto inizierò ad arrancare come un ciclista sul Pordoi, ma adesso è tutto un programmare, progettare, fare e disfare, pensare a mille cose insieme. Ho già riempito il calendario di annotazioni e memo assortiti, e meno male che è quello nuovo con lo spazio dei giorni più grande. Ma ho voglia che questo minor tempo a disposizione sia più bello, più ricco, più intenso. Anche se la storia della qualità e della quantità non mi ha mai convinta, cercherò di capire se c’è del vero. E se c’è, ne farò tesoro.