giovedì 30 agosto 2007

Questione di charme


Alla fine credo che tutto si risolva in questa parola, che i dizionari traducono come fascino, incanto, grazia, attrattiva, senza che secondo me nessuna ne colga perfettamente il significato. Lo charme è charme. E’ intraducibile. E’ un mix di fascino e di eleganza, cura dei particolari, leggiadria, sobrietà e un pizzico di magia. O ce l’hai o non ce l’hai. Punto e basta. I francesi, che non a caso hanno coniato il termine, ce l’hanno, eccome se ce l’hanno. Non so se risieda nel loro DNA e se lo trasmettano ignari di generazione in generazione o se lo insegnino fin dall’asilo come si fa con le tecniche di collage e cartapesta, fatto sta che in terra francese ti imbatti nello charme dietro ogni angolo, dentro ogni aiuola, sopra ogni tavola. E’ quel qualcosa in più che spesso noi, per quanto ci sforziamo, non riusciamo a raggiungere neppur lontanamente. Una perfetta sincronia cromatica tra tovagliolo e piatto, in una nuance dal taupe al tortora chiaro, in un semplice ristorantino con quattro tavolini in fila sul marciapiede. Gusto assoluto e cura indescrivibile nella composizione delle aiuole, sia in parchi sontuosi che in rotonde di periferia, perfino quelle appese ai pali della luce che da soli proprio carini in effetti non sono. Eleganza squisita nelle mura coperte di edera dove piccole finestre dalle imposte laccate si aprono lasciando intravedere davanzali straboccanti di fiori. Insegne sobriamente perfette, dove riccioli di ferro battuto circondano amorevoli un nome od un simbolo. Superbi vigneti ordinati e brillanti, dove anche un filo d’erba non è mai fuori posto e dove le rose non son mai parse più belle così vicine ai grappoli neri e traslucidi. Elegante semplicità di un menù scritto a mano su una lavagna nera, semplicemente accostato ad un bosso e illuminato dal rosso allegro dei gerani. E’ così, è tutta una questione di charme. O ce l’hai o non ce l’hai. E in questi giorni, che i miei occhi sono ancora sensibilizzati dal fascino d’oltralpe, mentre guardo le tristi aiuole rinsecchite che adornano le strade della mia città, le ordinarie facciate dei palazzi abbellite da scritte irripetibili, le insegne troppo vistose e troppo colorate, il verde incolto delle periferie, mi rendo conto che noi, proprio non ce l’abbiamo. Siamo simpatici, chiassosi, certamente fantasiosi, ma charmants no. Direi proprio di no.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo in pieno.
Il grave è che su questa strada ci battono anche i Deutsch! Non dico di andare a Monaco, ma basta fermarsi prima, in Austria o solo in Sud Tirolo (Alto Adige, per noi).

Anonimo ha detto...

non è così importante se poi a casa tua stai bene ;)
Barbara

Anonimo ha detto...

Concordo sullo charme innato dei francesi.
Si percepisce dappertutto e in tutte le cose.

Per Maurice: Il sud Tirolo e gli altri posti che hai citato hanno quella tradizione e punto. Lo charme è un'altra cosa.

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