venerdì 20 maggio 2011

La cena delle ciane

Invece che due volte all’anno dovremmo trovare il modo di incontraci due volte al mese, risparmiando un po’, chi sulla palestra, chi sullo shopping e chi sul parrucchiere, ma sicuramente ne varrebbe la pena. Un vero e proprio investimento in buonumore, che di questi tempi vale mille volte di più di qualsiasi azione o titolo di stato. E’ stata una serata così bella, sei amiche sedute intorno al tavolo del ristorante, chi sportiva e chi assolutamente in tiro, la voglia di chiacchiere e di risate che traspariva degli sguardi e dai sorrisi come un’insegna al neon e poi brindare a noi, alle nostre vite ed al momento, e poco importa se in qualche calice c’era solo l’acqua minerale. Le parole volteggiano tra noi come farfalle, si parla del serio e del faceto, delle banalità e delle vacanze, dei figli e delle suocere, della cipolla di Tropea che ci lascerà un respiro da oltretomba e di quel tamarro travestito da dandy che da un paio di tavoli più in là non fa che occhieggiare la più giovane del gruppo che ovviamente non manchiamo di massacrare a dovere. Il cameriere ci guarda tra il divertito e il preoccupato, conosce bene il tipo di clienti che rappresentiamo, e sa già che saremo le ultime a liberargli il tavolo stasera, abbiamo troppe cose di cui parlare, si dovrà accontentare di sistemare tutti i tavoli intorno e lasciarci lì a parlottare anche quando il locale sarà pressoché vuoto, le candele si saranno consumate e lui avrà una gran mal di piedi e tanta voglia di andare a dormire. Oh sì, una sana serata di ciane, che meraviglia. Per ridere fino a rischiare la paresi facciale o ritrovarsi gli occhi improvvisamente inumiditi. Per capire e per capirsi. Per guardarsi negli occhi ed avere lo stesso pensiero, per tornare a casa a notte fonda inciampando nel buio e pensare che sì, un paio di volte all’anno sono davvero troppo poche.

1 commento:

Francesca Palmas ha detto...

ah come ti capisco... :)

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