lunedì 3 dicembre 2012

Non è niente, ma

Alla fine sono riuscita a dare un senso a tutte quelle pigne amorevolmente raccolte la scorsa estate lungo gli interminabili sentieri dei Nockberge. Quelle che, non appena il galletto e la pulcina deviavano dal sentiero in cerca di preziosi finferli e porcini, la sottoscritta si prodigava a raccogliere a piene mani, riempiendo tasche e zaino di pigne di tutti i tipi, di rametti assortiti ed in qualche occasione portandosi appresso anche qualche abitante che non voleva traslocare, come quello sfacciatissimo ragnetto che una sera ritrovai sotto la doccia con me. Quelle che in questi mesi sono state lasciate chiuse nel buio di una busta sullo scaffale più alto del ripostiglio, sicure di essere state dimenticate. Ma si sbagliavano, il progetto che le riguardava era nato nella mia testa nel momento stesso in cui le avevo raccolte, bisognava soltanto aspettare dicembre, e dieci minuti di tempo. Il mese adatto è arrivato ed anche, miracolosamente, i dieci minuti, così ho tirato fuori due candele dorate e luccicanti che avevo comprato tempo fa ad un mercatino e le ho circondate di pigne, quelle lunghe e strette dell’abete rosso, quelle panciute del pino nero e quelle piccolissime del larice, ancora attaccate al loro rametto, tutte nelle loro calde sfumature del legno, semplici e nude, ancora profumate di bosco, bellissime. Un lavorino da niente, roba davvero di pochi minuti, ma il solo guardarle mi scalda il cuore, mi fa pensare al Natale dietro l’angolo ed a quei lontani giorni di vacanza trascorsi nella natura incontaminata e silenziosa delle Alpi austriache.

3 commenti:

Pandora ha detto...

la bellezza della semplicità passa dalle piccole cose :)

Francesca Palmas ha detto...

concordo con pandora, ti volevo scrivere appunto questo... :)

Anonimo ha detto...

Spettacolari le pigne, le adoro, ne ho anch'io molte, prese dalla vacanza in Alto Adige. Quelle di larice sono le mie preferite!

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