mercoledì 21 maggio 2008

Le giornate di emme

Le giornate di emme sono quelle che già di prima mattina capisco che gira storta quando il bus salta la corsa e arrivo in ufficio in ritardo e con la lingua a penzoloni. Sono quelle che la sera sono talmente stanca che andrebbe inventata una parola per descrivere quanto, ché anche stremata e disfatta non rendono abbastanza l'idea. Sono quelle che il Galletto va a Brescia per due giorni cosicché la sveglia nel pollaio suona implacabile alle sei e venti e la picci abbraccia la tazza di latte con gli occhi semichiusi come se fosse ancora il suo cuscino. Sono quelle che attraverso i vetri vedo la pioggia scrosciare e quando usciamo continua a piovere a catinelle e ci avviamo sul marciapiedi, due ombrelli accanto, uno grande e uno piccolo, camminando svelte tra pozzanghere e starnuti. Sono quelle che quando la deposito a scuola bagnata fradicia mi fanno maledire il mio non voler guidare la macchina. Sono quelle che quando arrivo al lavoro ho i mocassini irrimediabilmente bagnati perché ovviamente proprio il giorno prima avevo deciso di lavare le Nike e le altre sneakers chissà che fine hanno fatto tra la roba al cantiere e la roba accatastata nell'accampamento. Sono quelle che sulla scrivania si accumula di tutto, ordini e campionature, nuovi buyers, nuove aziende, scatole regalo e perfino gli hangtags da approvare e cogliendo di sfuggita la mia immagine riflessa nel vetro della finestra mi accorgo che la pioggia ha trasformato i miei capelli in una massa informe, mentre il telefono squilla e una mamma mi conferma che l’insegnante di matematica è stata sicuramente trasferita e già riparte il toto-maestra. Sono quelle dove lascio l'ufficio ben oltre il mio orario che mi porta a pranzare quando il resto del mondo sta già iniziando a pensare alla merenda e non riesco neppure a prendere il caffè perché devo riscappare sotto il temporale a riprendere la picci e portarla a danza e lungo il percorso compro mezzo chilo di pane da un fornaio diverso e pago due euro e trenta tanto per gradire, quasi cinquemila lire cazzo, praticamente un furto, e penso se sia il caso di chiamare i carabinieri. Sono quelle che arrivo a casa con la sigla del tg delle venti a farmi da colonna sonora e invece che preparare la cena preferirei un cazzotto in un occhio e la picci che stanca e nervosa risponde male a raffica e alla fine mi fa esplodere come una lattina di Coca Cola sciabordata a dovere. Sono quelle che mi guardo intorno e vedo la montagna di panni da stirare, i pavimenti da lavare e strati di polvere ovunque e so per certo che per altre ventiquattr'ore o forse più non potrò porvi rimedio. Ecco cosa sono le giornate di emme.

9 commenti:

ruben ha detto...

Già... ho ben presente! Attualmente ne ho in corso una. Per fortuna che abbiamo la nostra risorsa d'emergenza... basta arrivare a casa e vedere i loro occhioni sorridenti e passa tutto. Se gli occhioni sorridenti sapessero anche stirare...
Baci!

Annachiara ha detto...

Lo vedi che in fondo i galletti servono a qualcosa!

Anonimo ha detto...

Brava, servono, servono. Per allattare al biberon i picci, per cambiar loro i pannolini, per portarli all'asilo o a scuola, per lavare i piatti, per cucinare, per stirare, per fare le coccole a fine giornata.
Ad una condizione: che anche i galletti non abbiano avuto una giornata di emme.

Francesca Palmas ha detto...

io sono da dieci giorni circa che ho fisso giornate di emme...immagino che conuna bimba sia ancora più difficile...io non ce la faccio già così...quindi ti vanno tutti i miei complimenti perchè ci arrivi fino in fondo, io avrei buttato la testa sotto il piumone dopo esser arrivata in ufficio (cioè sarei tornata indietro e mi sarei bbuttata sotto il piumone...)..
P.S.
scusa la latitanza dai commenti, ma è dovuto a queste giornatacce...di m proprio!

LauBel ha detto...

quante cose in comune....!!!

Moky in AZ ha detto...

tieni duro... chissa' se ti ricordi la canzone del musical "Annie"... "...the sun will come out.... tomorrow..." :)

Back in the USA ha detto...

Tira un sospiro di sollievo e come diceva De Andre' "dalla m.... nascono i fior".
Purtroppo e' la vita quotidiana che ci propina 10 lavori, di cui uno solo retribuito.
Un abbraccio forte enon sei sola....

sonia ha detto...

Però è poi anch vero che passano, che una giornata non te l'aspetti e invece arrivi a sera con il sorriso. E queste giornate servono tantissimo e, per fortuna, arrivano sempre dopo quelle di m!
Forza!

ruben ha detto...

ma non sono ancora finite le giornate di emmme???
;-)

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