Credevo di esser di pietra ma sono di argilla
pensavo di essere fuoco ma son solo scintilla
correvo su fili di ferro ma son ragnatele
mi accorgo che in bocca ho soltanto il sapore del fiele.
Guardo la pioggia cadere senza rumore
il cuore rincorre il respiro e diventa timore
pensieri più grigi di un gatto si acciambellano invano
e vorrei imboccare la strada per giunger lontano.
Vedo riflessi di acciaio sulla mia pelle
ma son solo brividi ansia e cattive novelle
le lacrime allagano il volto come un campo da arare
e quello che posso e riesco è soltanto annaspare.
Credevo di avere la miccia come un ordigno
ma son solo una una madre inconsueta a forma di scrigno
ripieno di amore tristezza e caffè
le chiavi le ho perse e resto qui alla mercè.
3 commenti:
bellissima...
grazie...
mi sono sentita anch'io molto
mamma ... caffè ... alla mercè...
baci MARI
caspita! Notevole...
Quanta poesia in questo blog l'ho letto tutto in un fiato
e il post DOLORE DOLORE fa davvero riflettere specie per una zuccona come me
grazie per la dritta
ciao cocozza
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