Oggi pomeriggio ti guarderò e cercando di sorridere per non piangere, ti abbraccerò. E ti dirò buon compleanno, anche se mai e poi mai avrei voluto che il tuo settantacinquesimo compleanno venisse festeggiato così. Se si può parlare di festeggiamenti. No, direi di no. Decisamente. La tua mano macchiata dalla vita e dall’età stringe quel fazzoletto, appoggiata sul lenzuolo a fiori, ormai da tanti anni. Troppi. E ancora di più sono gli anni che ti hanno strappata a me, che crescevo e sentivo il vuoto accanto farsi sempre più buio e profondo, mentre la mia mano cercava a tentoni la tua e non la trovava. C’eri, ma non c’eri più. Mi sei mancata tanto, mamma. Anche se non te lo dicevo. Per non farti soffrire, per non farti rendere conto più di quanto ti rendessi conto da sola di quanto è stata triste la vita per te. E quanto lo sia ancora. Mi dispiace, mamma. Terribilmente. E le lacrime che mi stanno annebbiando la vista mentre le dita scorrono veloci sulla tastiera servono a ben poco, se non ad aprire una ferita che non si chiuderà mai. Vorrei poter tornare indietro, mamma. Per fermare quel momento che sarebbe arrivato, per gridargli in faccia il mio dolore e la mia paura, mamma, spaventarlo a morte e farlo andare via. Vorrei poter tornare indietro, mamma. A quel giorno caldo e ventoso, mentre l’autobus verde si arrampicava lento su per i colli e tu portavi tua figlia a vedere la mostra dei macchiaioli, mamma. A quel pomeriggio di quiete casalinga e radiolina accesa, mentre lavavi i piatti e io decisi che quella schiuma bianca e iridescente era perfetta per farci tuffare la mia bambola, mamma. A quella notte nera di paura e di sudore, mentre mi abbracciavi stretta per mandar via l’incubo che mi aveva avvolta. A quella mattina di spiaggia romagnola, quando ritta sulla battigia mi tenevi d’occhio tra le onde, braccioli rossi e cuffia a fiorellini. Vorrei poter tornare indietro, mamma, ma indietro non si torna. E quando oggi pomeriggio ti abbraccerò e ti porterò le rose, che per giorni e giorni guarderai sul comodino, vorrei poterti dire tutto questo, mamma. Ma non lo farò.
5 commenti:
Non dico nulla,l'argomento mi tocca troppo da vicino,ti mando un abbraccio fortissimo.
Valeria
ti abbraccio stretta stretta.
Bibi
La mia se n'è andata mentre la tenevo per mano. Ti capisco benissimo.
Un bacio a te e a lei.
Mi hai fatto venire i brividi.
Ho pensato alla mia, di mamma, al fatto che ha 74 anni ma è ancora così vitale, così piena di energia, così dentro le cose che io, figlia scellerata, a volte non penso proprio che non sarà così per sempre, che le cose cambieranno, per forza. Mi sento ancora così figlia, e lei così mamma, che non riesco, non riesco a pensare davvero a quando le cose saranno diverse.
Ma a volte i pensieri affiorano, di solito la sera tardi, o la notte, e fanno così male.
Un grandissimo abbraccio
Cristina
mi hai tolto il fiato.
grazie.
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